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giovedì, 24 Ottobre 2024

Grazie al Coronavirus mafiosi con il 41bis in libertà. UILPA sulle polemiche

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Sulla vicenda arriva il commento del sindacato della Polizia Penitenziaria, UILPA.

“Apprendiamo con favore che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – come riportato in un comunicato ufficiale – abbia diramato una circolare per invitare le direzioni degli istituti penitenziari a fornire all’autorità giudiziaria i nomi dei detenuti affetti da determinate patologie e con più di 70 anni di età”.

“Anzi, a dirla tutta, ci aspettavamo che le direzioni non dovessero neppure aver bisogno di simili inviti, ma procedessero senza indugio a fornire alla magistratura ogni notizia utile a consentire lo svolgimento dei compiti che a essa pertengono. Così come immaginiamo che la stessa autorità giudiziaria, al di là delle direttive del DAP, pretenda le informazioni necessarie quando deve decidere sulle istanze prodotte dai detenuti. Non entriamo dunque nella polemica di queste ore, ribadendo la nostra piena e incondizionata fiducia nella magistratura, anche di sorveglianza, e il nostro interesse alla trasparenza sempre e in ogni ambito”.

Questo il commento di Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale, alle polemiche che imperversano circa la possibile scarcerazione di detenuti. Il leader della UILPA Polizia Penitenziaria poi però prosegue: “ci fa specie, tuttavia, che il DAP non applichi gli stessi principi di trasparenza fornendoci i dati numerici, in forma anonima e aggregata, degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria sottoposti a tampone e risultati positivi al COVID-19. Segno tangibile, secondo noi e al di là di qualche fake news diffusa, della reale considerazione che il DAP e il Ministero della Giustizia hanno delle Organizzazioni Sindacali e, dunque, dei dipendenti che esse legittimamente rappresentano”.

“Li abbiamo richiesti ripetutamente – incalza De Fazio –, ma il DAP semplicemente non risponde, salvo poi distillare informazioni del tutto parziali con dosi e modalità abilmente preconfezionate e somministrate a piacimento mediante autonomi comunicati”.

 

“Non ci scandalizziamo affatto  – conclude De Fazio – se un magistrato esercitando le sue funzioni decide una qualche forma di scarcerazione per età avanzata e accertate condizioni di salute, fidandoci, appunto, delle valutazioni di quel magistrato che abbia potuto disporre di quante più informazioni possibili; ci indigniamo, ci allarmiamo e denunciamo, invece, di non poter disporre di analoghe informazioni che riguardano gli operatori i quali, lo ribadiamo, ci hanno regolarmente e legittimamente conferito mandato a rappresentarli”.

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