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sabato, 27 Luglio 2024

Quando la povertà è una facciata di comodo

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Di questi tempi la parola povertà è ritornata a riempirsi di quel significato denso e pregno che aveva negli anni del dopoguerra. Anni difficili, in cui davvero in tavola si metteva un piatto di fagioli e pane se si era fortunati. A sentire i racconti di quell’epoca l’ha davvero vissuta, c’è da riflettere su quanto sta accadendo ora. Oggi c’è tutto: tecnologia, abbondanza, cibo, e lusso. O forse c’era, adesso un po’ meno. Per molti decisamente meno. Eppure una volta proprio la città di Torino era considerata “il salotto buono” dell’Italia, una città dove il benessere si respirava tra i portici o nelle piazze.

Oggi anche Torino soffre per la crisi tante aziende hanno chiuso, come tanti esercizi commerciali. Alcuni sono riusciti a salvarsi facendo appello a finanziamenti, cercando piccoli prestiti, per far fronte nell’immediato all’emergenza ma tanti altri hanno proprio deciso di lasciar andare tutto e abbassare la serranda. Ma ad avere la peggio sono le famiglie. Quelle famiglie dove si è perso il lavoro e dove non resta che fare appello ai servizi sociali. Quando questa macchina funziona bene si riesce ad avere una vita dignitosa, o quasi, ma se qualcosa, qualche ingranaggio salta, arrivare anche solo a pagare un affitto diventa impossibile.

Allora c’è chi trova una soluzione vivendo in macchina, sì, anche nella signorile Torino c’è chi una casa non se la può più permettere e ripiega su mezzi di fortuna. Ma c’è anche chi, nonostante conosca bene queste situazioni, truffa non solo lo stato, ma i suoi stessi simili. Come la vicenda di un uomo che aveva attestato la sua residenza in un comune di Valli di Lanzo per percepire un assegno sociale. Tale assegno è stato intascato dall’uomo per oltre un decennio, assegno che, invece, non gli sarebbe dovuto essere stato concesso per nessun motivo, dato che la reale residenza dell’uomo era in Argentina e, oltre a ciò, aveva una disponibilità di beni pari a circa 8.000 euro.

Eppure il truffatore è arrivato a percepire in tutti questi anni oltre 85 mila euro. Denaro che non gli spettava soprattutto in ragione della falsa residenza e che è stato sottratto a chi davvero aveva diritto, e soprattutto bisogno di percepirli e che invece non ha potuto ottenerli. In tempo di crisi accade anche questo, dove il gap tra chi ha e chi non ha nulla aumenta, ma cresce anche il trend delle truffe (maggiori info su http://www.cartedipagamento.com/migliori-conti-online.htm).

 

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