di A.D.
«Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare».
Ve le ricordate queste parole? Qualcuno probabilmente si. Ma facciamo un ripasso. Sono parole di Beppe Grillo, il comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle. Scritte di suo pugno, come riportavano i quotidiani, in una lettera inviata nel dicembre 2013 al comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, al capo della Polizia Alessandro Pansa e al capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano Carlo Graziano. È il 10 dicembre di tre anni fa. I giorni della rivolta del Movimento dei Forconi: blocchi e scontri nelle città. E Grillo chiedeva alle forze dell’ordine e all’esercito di schierarsi con i “ribelli”.
«Le forze dell’ordine – scrive ancora Grillo – non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà. In alto i cuori».
«Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di Finanza a Torino – ricorda Grillo – si sono tolti il casco, si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E’ stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari. I disordini di ieri in tutta Italia sono per la maggior parte dovuti a gente esasperata per le sue condizioni di vita e per l’arroganza, la sordità, il menefreghismo di una classe politica che non rinuncia ad alcun privilegio, tesa soltanto a perpetuare se stessa».
Oltre a Grillo in quei giorni anche l’estrema destra, da Forza Nuova a Casapound, scelsero di stare con i Forconi.
Giusto per ricordare, dopo l’aggressione di oggi di Osvaldo Napoli da parte dei Forconi