Il weekend scorso era stato il turno di Torino. Dove alla scelta del candidato sindaco avevano partecipato in 11mila, un decimo di quanto hanno votato alle primarie nel 2011. Ieri Roma e Bologna si attestano su percentuali simili, con un calo degli elettori.
Dati che spingono a una riflessione sul ruolo della primarie. “Come ho già avuto modo di sostenere, le Primarie saranno ancora utili se saremo in grado di modificarle” afferma il responsabile organizzativo del Pd Saverio Mazza che non nasconde come siano anche oggetto di interpretazioni sbagliate: “se il centrodestra si riunisce in 4 per scegliere il candidato Sindaco son tutti muti; se migliaia di persone si recano nei gazebo a votare allora sei soggetto ai titoloni “flop”, “terrore affluenza”, “file anomale”, “polemiche ai seggi”, “intoppo ai seggi”e “paragoni col passato” usati un po’ a convenienza e senza alcun ragionamento logico che prende atto di situazioni oggettive cambiate”.
Interpretazioni che anche all’interno dello stesso Pd verrebbero facilmente date: “Non è solo una questione mediatica – prosegue Mazza – o di chi gestisce i media ovviamente, ma molto viene istigato “dall’interno”. Dal 13 giugno, ad esempio, questi social (che spero non siano lo specchio della realtà) sembrano dormienti tra coloro che si sono dati un bel da fare durante la campagna primarie del proprio candidato Sindaco. Finita la ressa, finito l’impegno? A volte non nego questa impressione ci sia”.
Insomma, Mazza striglia il partito e propone un nuovo modo di pensare alle primarie: “Io credo, quindi, che questo Partito abbia bisogno di un radicale cambiamento, strutturale e non fittizio. Un albo degli elettori, predefinito e che si esprima alle Primarie. Allo strumento infatti ci devi credere sempre, non solo se e quando vince chi ti piace di più. È sempre democratico, ad esempio, anche quando vinci o perdi di poco o di molto. Dovresti essere sempre un elettore del centrosinistra che si esprime alle Primarie, anche se non partecipa chi ti garba di più”.