di Bernardo Basilici Menini
La ripresa e i suoi presunti effetti positivi sull’occupazione non cancellano i numeri dell’emergenza sociale in Piemonte. Per questo ieri è stato organizzato un confronto tra la Regione Piemonte e i parlamentari piemontesi, dopo la richiesta del Governatore Sergio Chiamparino di un incontro per poter discutere e concordare azioni concertate tra le istituzioni nazionali e regionali.
Durante l’incontro si è presentata l’occasione per analizzare i numeri dell’occupazione in Piemonte. Attualmente sono ancora 100 mila i cittadini della Regione con un reddito zero, vale a dire disoccupati che non beneficiano di alcuna politica di supporto al reddito, come il sussidio di disoccupazione, la maggioranza dei quali sono finiti vittime della crisi economica. Il vero dato allarmante è il trend di aumento, dato che gli stessi, nel 2014, toccavano quota 56 mila. Quasi la metà di oggi.
Insufficienti sono stati i segnali di ripresa degli ultimi tempi, che, malgrado positivi, non sono in grado di bilanciare la situazione: i primi nove mesi del 2015 hanno registrato un aumento di 23.000 posti di lavoro rispetto al 2014 e ad una diminuzione della disoccupazione del 4,9%. La disoccupazione rimane tuttavia al 10,5%, il valore più alto di tutto il Nord Italia e i numeri sugli occupati sono sensibilmente più bassi rispetto ai livelli pre crisi.
«Da un lato chiediamo l’individuazione di percorsi che consentano a coloro che sono rimasti senza occupazione e che sono vicini alla pensione di essere accompagnati rapidamente verso la quiescenza -ha detto Sergio Chiamaparino, riferendosi alle richieste fatte ai parlamentari piemontesi- dall’altro, sarebbe utile un’accelerazione nella messa a punto della cosiddetta “seconda gamba” del Jobs Act, quella del rafforzamento delle politiche attive del lavoro, prevedendo anche forme di sostegno al reddito per il periodo che va dalla perdita dell’occupazione alla ricollocazione.
Il punto, dicono dalla Giunta regionale, è che sarebbero necessari circa 200 milioni di euro per poter far fronte alle necessità, mentre la Regione, al momento, non può stanziarne più di 63.
Chiamparino ha concluso sottolineando di «Non volere degli interventi particolari a favore del Piemonte, ma di voler sollevare un tema delicato, che certamente interessa altre realtà italiane e che necessità di essere preso in carico a livello nazionale».