di Moreno D’Angelo
Avrebbe un nome l’ottava vittima del serial killer delle prostitute Maurizio Minghella, detenuto a Pavia dove sta scontando una pena record di 131 anni di carcere. Dopo 18 anni, grazie al lavoro minuzioso dell’unità Delitti Insoluti della polizia e alle nuove tecnologie di analisi, un cold case sarebbe stato risolto.
Il Pubblico Ministero Roberto Sparagna ha notificato a Maurizio Minghella l’accusa di omicidio per l’assassinio di Floreta Islami, una prostituta di origine albanese di ventinove anni, strangolata il 14 febbraio 1998 a Rivoli in provincia di Torino. La scientifica del capoluogo piemontese in collaborazione con la Questura di Roma ha isolato tracce di DNA appartenente al Minghella. Tracce presenti sulla sciarpa usata per uccidere la ventinovenne. Una corrispondenza certa riscontrata dopo la comparazione del profilo genetico misto ritrovato a quello del serial killer. Come detto Floreta Islami è l’ottava vittima del serial killer che iniziò a uccidere nel 1978.
La prima di questo macabro elenco è Anna Pagano (1978). Nello stesso anno uccide Giuseppina Ierardi, Maria Catena “Tina” Alba, Maria Strambelli (commessa) e la sua amica Vanda Scerra. Minghella viene arrestato a dicembre del 1978 (confessando solo gli omicidi Strabelli e Scerra) e condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Genova nel 1981. Dopo aver scontato parte della pena nel 1995 ottiene la semilibertà ed entra nella comunità di recupero di Don Ciotti del Gruppo Abele a Torino.
Qui lavora come falegname dalle 17 alle 22. Un orario che servirà agli inquirenti per risalire nuovamente a lui per una serie di altri omicidi: quelli di Loredana Maccario a San Salvario, di Fatima H. Didou e lo strangolamento con un foulard di Cosima Guido detta Gina nel 1997. Nel 2001 c’è l’assassinio di Florentina Tina Motoc.
A questo elenco gli inquirenti ora aggiungono l’omicidio Islami.