«Inammissibile». Così è stato definito dalla Corte di Cassazione l’ennesimo ricorso del governatore illegittimo Roberto Cota contro la sentenza del Tar che aveva annullato le elezioni del 2010.
Si scrive così la parola fine alla legislatura targata “mutande verdi”, iniziata con le firme false della lista Pensionati per Cota di Michele Giovine, che gli è valsa una condanna a un anno e otto mesi.
«Con la sentenza 8993 appena depositata – il Consiglio di Stato che lo scorso 17 febbraio ha statuito l’invalidità dell’ammissione della lista Pensionati per Cota, annullando di conseguenza la proclamazione degli eletti, non ha “travalicato” i suoi poteri, come sostenuto da Cota ma ha solo svolto una “attività” di interpretazione delle leggi che le è consentita».
La prima a commentare la decisione della Suprema Corte è Mercedes Bresso: «Chissà a quale altro Tribunale si appelleranno ora, quelli previsti dalla giustizia italiana con oggi sono finiti».
«Siamo arrivati a una tale quantità di udienze e sentenze sul voto regionale – afferma Bresso – e tutte con la stessa conclusione: il voto del 2010 e’ nullo, a questa evidenza spero si rassegnino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA