I fatti da cui partono le indagini dell’Olivetti risalgono agli anni tra il 1963 e 1997 . La polvere bianca dei macchinari si infilava nelle fibre dei vestiti ma soprattutto veniva respirata dagli operai.
Quella polvere tra i denti, negli occhi e sulla pelle, secondo gli inquirenti era amianto. Quindici gli operai dello stabilimento che negli anni seguenti si ammalarono e alcuni di loro morirono, proprio a causa della presenza di amianto nella fabbrica.
«Ricordo che nei rulli di gomma delle fotocopiatrici c’era della polverina bianca. E ricordo che arrivavo a casa con i vestiti sporchi di una polverina fastidiosa da lavare e pulire» Lo racconta Pierangelo Bovio Ferassa, 72 anni, di Brosso. Lui era addetto al montaggio delle macchine per scrivere e lavorò all’Olivetti dal 1961 al 1991, passando dallo stabilimento di Scarmagno e poi a quello di Agliè. 20 anni dopo scopre di avere un tumore alla pleura e per questo considerato parte lesa del reato di lesioni colpose che è contestato, tra gli altri a Carlo De Benedetti.
Tra i 39 iscritti nel registro della Procura anche Passera, indagato per gli anni in cui faceva parte del consiglio di amministrazione dell’azienda e oltre a lui Roberto Colannino e Camillo Olivetti.