Si sta andando troppo per le lunghe. La polemica intorno alla candidatura di Torino alle Olimpiadi Invernali 2026 ogni giorno si arricchisce di un nuovo capitolo e più si va avanti e più aumenta il rischio che il capoluogo piemontese resti fuori dalla partita, proprio a causa dell’acceso dibattito.
Ne è convinto Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Comune e segretario torinese del Carroccio, che tra i primi a spingere per la candidatura ora ha depositato una delibera dove si chiede un referendum affinché siano i torinesi a dire se vogliono o meno i Giochi in città.
Spiega Ricca: «Sulla candidatura di Torino per le Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali 2026 non possiamo non costatare che ancora oggi, dopo mesi di discussione e alla vigilia della decisione del CONI, sussistano ancora posizioni troppo differenti da quell’unità richiesta per il bene della nostra città e del Piemonte».
«Siamo stati i primi a sostenere l’importanza di questa candidatura per il rilancio del territorio e allo stesso tempo, mentre invitavamo l’amministrazione Appendino ad andare avanti nel progetto e garantivamo il nostro appoggio, evidenziavamo come in seno ai pentastellati ci fossero delle pericolose divergenze che avrebbero potuto essere deleterie per la candidatura», aggiunge il capogruppo della Lega.
«Lunedì 16 luglio in consiglio comunale la maggioranza M5s proporrà un documento in contrapposizione ad un nostro ordine del giorno, firmato insieme alle altre forze di minoranza, in cui sono presenti paletti e ulteriori condizioni che sfidano apertamente le condizioni del CONI, rischiando di compromettere definitivamente Torino nella corsa alla candidatura italiana».
«A questo punto è nostra convinzione che spetti ai torinesi dire qualcosa a riguardo. Per questo proponiamo un referendum affinché i cittadini possano scegliere tra l’ipotesi cosiddetta light del Movimento Cinque Stelle, che inevitabilmente porterà all’esclusione di Torino, e l’ipotesi di candidatura che stia nei parametri del Comitato Olimpico, stando comunque attenti al rispetto dell’ambiente, agli sprechi e ai costi, senza per forza abbracciare i pesanti paletti della maggioranza», conclude Fabrizio Ricca.