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sabato, 27 Luglio 2024

Non si affitta alle coppie gay

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di Andrea Doi

Accade a Torino, dove ad una coppia omosessuale sarebbe stato vietato affittare una casa. Sono loro a raccontarlo attraverso Facebook, con un post.
«La discriminazione non è un concetto astratto. È qui… è ora… è ovunque dietro l’angolo» scrive nel post una delle vittime di discriminazione, Simone Schinocca il quale insieme al suo compagno si è sentito dire dall’agenzia immobiliare con un certo imbarazzo che «La proprietà non vuole. Vuole una famiglia. Vuole qualcuno che stia a lungo».
E ci sarebbe un precedente sempre alla stessa coppia gay. «Ci era capitato già qualche mese fa… casa bella bella… via Cibrario… la vediamo alle 19.30 ultimo appuntamento. Chiamo agenzia alle 9 del mattino per fare la proposta dopo una notte a parlarne, sognar, far conti e prender misure dei nostri mobili».
La mattina dopo la doccia fredda. «L’agenzia ci dice “L’abbiamo affittata, abbiamo ricevuto una proposta (e io penso saranno stati aperti stanotte?!?) e voi non avete garanzie che invece l’altra coppia può garantire!”. Non me l’aspettavo… penso può capitare… infondo ognuno è libero di dar casa propria a chi vuole. Passano settimane. E poi vediamo una casa bellissima… a pochi portoni dalla casa in cui sono cresciuto… sempre zona Cibrario.
L’agenzia per lo più che la gestisce mi conosce perché è la stessa dalla quale un annetto fa abbiamo comprato la casetta per la mia mamma. Altra garanzia di serietà. Infatti l’agente quando al telefono mi riconosce è felicissima.
Facciamo la proposta.
Diamo le referenze, buste paghe e assegno come da richiesta.
Qualche giorno di attesa. Che strano
…e oggi l’agente con infinito imbarazzo mi dice…
la proprietà non vuole. Vuole una famiglia. Vuole qualcuno che stia a lungo. Io provo a ribattere… ma nella casa in cui sto sono quasi 8 anni… “lo so Simone ma vuole una famiglia”.
Continuo a pensare che ognuno la propria casa la da a chi vuole. Ma due volte a distanza di poco lascia grande tristezza addosso. Capita in una “zona bella” di Torino. Capita oggi 2017. In un Paese che ha (finalmente) le “Unioni Civili”. Facile dire uguaglianza? Ma poi alla messa alla prova chi affitterebbe, chi darebbe fiducia a una coppia gay, a una coppia straniera, a una persona di colore… così come quaranta cinquanta anni fa non si “fittava ai meridionali” come raccontava mio padre. Che tristezza… la discriminazione non è un concetto astratto. È qui… è ora… è ovunque dietro l’angolo».
A Simone e al suo compagno è arrivata la solidarietà di Arcigay che ha condannato quanto successo come «una grave forma di discriminazione. Pensare che una coppia di ragazzi, che si ama, che vive insieme e che ha progetti per il futuro, non sia ritenuta una vera famiglia pone un grave problema di disparità. Il concetto di famiglia, in costante evoluzione, non può essere ridotto a una definizione standard senza tenere conto delle specificità e singolarità di ogni individuo e di ogni coppia. Alla coppia va la solidarietà personale e dell’associazione: non arrendetevi davanti a questo momento difficile» ha dichiarato la presidente Francesca Puopolo.

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