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domenica, 6 Ottobre 2024

Milleproroghe e fondi periferie. Per Laura Castelli Torino salva, ma non Città Metropolitana

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Non c’è solo il Comune di Torino a vivere tra le incertezze, insieme ad altri 120 enti, per il congelamento dei fondi del bando periferie attraverso il decreto Milleproroghe.
Se da una parte il sottosegretario all’Economia del M5S Laura Castelli ha assicurato che i primi 24 progetti della graduatoria stilata dal governo di centrosinistra (per un totale di 501,8 milioni) sono salvi, e che quindi Torino, ottava con una richiesta di circa 18 milioni, non corre rischi, dall’altra la Città Metropolitana torinese risulterebbe fuori dai giochi.
L’ente infatti è al 38 posto con il progetto “ToP Metro-Città Metropolitana Riqualificazione Periferie”: importo totale 93.006.344 di euro, di cui 39.942.803 richiesti al governo e 53.063.540 dal cofinanziamento.
«La Città metropolitana di Torino segue con attenzione attraverso i propri uffici l’evolversi della situazione legata al futuro del Bando periferie dopo l’emendamento del Governo al “Milleproroghe” che sospende per ora le convenzioni attuative», spiegano con una nota dall’Ente.
«I progetti che Città metropolitana di Torino aveva candidato per il finanziamento nazionale di 40 milioni di euro porterebbero investimenti per oltre 100 milioni di euro in quattro settori: sicurezza, riqualificazione urbana, innovazione e sostegno all’impresa, inclusione sociale e coinvolgerebbero 11 Comuni medio grandi della prima cintura torinese», aggiungo e concludono da Città Metropolitana.
Per quanto riguarda le reazioni politiche la consigliera comunale di “Torino in Comune-La Sinistra” Eleonora Artesio ha presentato un’interpellanza sul congelamento delle misure del piano periferie e sul futuro del progetto AxTO, in cui chiede alla sindaca Chiara Appendino di «conoscere le conseguenze, in termini di rimodulazione degli impegni rispetto ai piani di AxTo», causate dal congelamento.





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