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lunedì, 2 Dicembre 2024

Mense scolastiche: aumentano le tariffe all'insaputa delle famiglie

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

L’anno scolastico è iniziato da poco ma a Torino è già caos mense. E soprattutto tariffe.
A farne maggiormente le spese chi ha figli che frequentano le elementari che si sono visti rivoluzionare i metodi di pagamento dei pasti senza saperlo.
Infatti, nel consiglio comunale di lunedì 22 settembre si è votato a favore del bilancio preventivo della ristorazione scolastica. All’interno della delibera presentata dal l’assessore alle Politiche educative Mariagrazia Pellerino, le novità per la scuola del l’obbligo primaria. Ovvero che ogni bambino pagherà in base ai pasti prenotati la mattina stessa una quota (che va da 1,25 euro della fascia Isee più bassa a 5,25) più una tassa di inizio anno. Quest’ultima viene definita un “contributo solidaristico, equo e progressivo” ai costi fissi che la città ha per la ristorazione scolastica.
Alla base di questa novità una sentenza del Tar che annullava il ricordo delle famiglie contro i rincari del servizio dando via libera al comune di scegliere come applicare le tariffe.
Eppure la novità lascia stupiti molti genitori. Non solo per un costo che si va ad aggiungere al pagamento giornaliero del pasto consumato. Ma anche perché non è stato in nessun modo annunciato dal palazzo di Città. Infine, stupisce anche la differenza tra la tasse per le scuole elementari, dove la prima fascia isee paga 44 euro, e le medie dove la quota minima è di 9 e quella massima di 60 euro.
Il risultato è che una famiglia con un isee di fascia media e due figli in età scolastica arriva a pagare ben 200 euro in più all’anno.
Per questo sono molti i genitori che pensano a soluzioni alternative come ad esempio chiedere la possibilità dei pasti preparati a casa. Opzione a cui anche diversi presidi sono favorevoli ma che non trova ancora nessuno spiraglio da parte del comune.

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