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sabato, 27 Luglio 2024

Sabato in piazza Castello contro la legge antiabortista spagnola

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Appuntamento per domani alle 15 in piazza Castello con collettivi femministi, associazioni di donne e singole, che si riuniranno in presidio sotto il consolato spagnolo.
«Scopo dell’iniziativa -spiegano le ragazze del collettivo femminista MeDea- testimoniare la nostra vicinanza e solidarietà alle donne spagnole che stanno lottando contro la nuova legge antiabortista proposta dal Partito Popolare, denominata “Legge organica di protezione dei diritti del Concepito e della Donna in gravidanza”, ma anche mantenere alta l’attenzione su quanto succede in Italia».
La legge in questione, nel caso molto probabile in cui dovesse essere definitivamente promulgata, riporterebbe la Spagna al 1985, a prima della riforma Zapatero, quando l’ivg (interruzione volontaria di gravidanza) era consentita in casi eccezionali, e le donne morivano per l’inevitabile ricorso ad aborti clandestini. Sarà infatti possibile interrompere la gravidanza solo in caso di violenza sessuale o di gravi rischi per la salute fisica o psicologica della donna, certificati da medici specialisti.
«Si tratta – commentano le militanti di MeDea – di un violentissimo attacco all’autodeterminazione della donna, nell’ambito di una scelta, quella tra l’essere madre o meno, che appunto solo alla donna compete. Oltretutto saranno vietate pubblicità di cliniche che praticano l’aborto, e introdotta l’obiezione di coscienza degli operatori. Le minorenni dovranno coinvolgere la famiglia, di cui sarà indispensabile l’autorizzazione all’ivg: insomma, la donna non avrà alcun ruolo in una decisione che potrà solo subire».
Per domani sono previste iniziative in tutta Europa: cortei, controinformazione, presidi. «Per noi è doveroso mobilitarci -continuano le organizzatrici- anche perché nel nostro Paese l’aggressione alla donna, non solo dal punto di vista dell’autodeterminazione, è continuo e progressivo: basti pensare alle politiche di welfare che ci emarginano sempre più e che ci vogliono relegare nuovamente a un totalizzante ruolo di cura, escluse dal mondo del lavoro. Per non parlare della mercificazione dei nostri corpi e delle violenze, figlie di una cultura che ci vuole vittime e subalterne».
«Quanto alla situazione della legge 194, che da noi garantisce il ricorso all’ivg e l’assistenza in strutture pubbliche – spiegano ancora – non è un mistero che sia già nata “debole” e che negli ultimi anni abbia subito violenti attacchi da parte di una politica intrisa di ipocrisia cattolica, strumentale al fine di ridefinire il ruolo della donna, dal punto di vista culturale, politico ed economico».
Definiscono la situazione di Torino «allarmante, a causa dell’aumento costante di medici e operatori obiettori, e dei veri e propri colpi di mano del governo regionale di Cota, che portano il nome di Delibera Ferrero e proposta di legge 160 (delibera che permette l’ingresso del Movimento per la Vita nei consultori pubblici, proposta di legge che trasformerebbe i consultori in istituzioni a sostegno della famiglia tradizionale, privandoli del senso per cui sono stati creati, ndr)».
«Siamo consapevoli che solo attraverso la lotta, e la condivisione con altre donne possa arginare questa deriva: per questo domani, e non solo domani, saremo in piazza».
Greta Scarlet

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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