Non ha ancora una spiegazione la tragedia di A.G., trentacinquenne di Venaria, morta dieci giorni dopo aver partorito il suo secondo figlio. La donna il 2 aprile scorso aveva dato alla luce, dopo un lungo travaglio e un parto complicato, Francesco all’ospedale Maria Vittoria di Torino. Qui era rimasta ricoverata quattro giorni, poi le dimissioni. Ma tornata a casa continuava ad avere gambe e piedi gonfi, tanto da non poter indossare scarpe, e a sentirsi stanca.
Condizioni che la neomamma avrebbe segnalato al proprio medico sentendosi però rispondere che tutto sarebbe passato, etichettandoli semplicemente come normali conseguenze del post partum. E invece così non è stato. Anzi, poco per volta la gioia del nuovo arrivo in famiglia viene sopraffatta dalla stanchezza, dovuta anche alle poche ore di sonno visto, e da quelle gambe sempre più grosse e pesanti.
Il triste epilogo domenica scorsa quando la donna con la figlia maggiore, il neonato e il marito si recano in visita dai nonni nel Canavese. É l’ora di pranzo e mentre tutti sono seduti al tavolo la trentacinquenne inizia a non sentirsi bene e per paura di svenire lascia il bimbo e si accascia sul divano, dove in pochi minuti muore.
Sull’accaduto la procura di Ivrea ha ora aperto un’inchiesta per verificare se ci siano stati problemi o mancanze nelle cure ospedaliere. Secondo quanto riferito dal personale del Maria Vittoria la donna avrebbe avuto un parto lungo e difficile visto anche le misure del bambino ma l’elettrocardiogramma eseguito prima di entrare in sala non avrebbe mostrato nessuna anomalia. Il sospetto è dunque che abbia avuto delle complicazioni post partum di cui nessuno si sarebbe accorto. Ma sarà l’esame autoptico a chiarire questi dubbi.
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