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sabato, 27 Luglio 2024

L’orgoglio di Torino per il Salone del Libro. Chiamparino: “Un progetto politico culturale come le Olimpiadi 2006”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

È stato presentato all’Arsenale della pace, la casa del Sermig, con il saluto di Ernesto Olivero, la 31a edizione del Salone del Libro che aprirà i battenti il 10 maggio al Lingotto. Un’edizione dalle premesse forti che confermano la vocazione di Torino come capitale della cultura. Il logo dell’evento è “un giorno tutto questo”.
I promotori assicurano ambiziosamente che sarà sempre più il Salone dei lettori e dei cittadini, una finestra sul mondo. Certo c’è molto ottimismo ma le difficoltà persistono.
Il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino si è mostrato particolarmente entusiasta di questa nuova sfida «faremo di tutto per rispondere agli impegni», mentre la sindaca Chiara Appendino definisce l’appuntamento del Lingotto come un grande laboratorio sulla contemporaneità e un grande segno di fiducia per tutto il Paese. Per poi definire il tessuto culturale che si è creato attorno al Salone come «un fatto unico di cui occorre essere orgogliosi con tutto il rispetto di altre Saloni come quello di Milano».
Il tema della fiducia è stato più volte sollevato proprio in relazione ai problemi che persistono sulla kermesse torinese
«Ringrazio chi ha avuto fiducia in noi – ha aggiunto la sindaca – e se ci sono persone che lavorano senza percepire stipendio ed editori che credono in questo Salone, nonostante le difficoltà, e perché abbiamo già ottenuto fiducia e lavoriamo perché queste garanzie arrivino. Abbiamo il dovere morale verso la nostra comunità in modo che i prossimi Saloni non siano gestiti in una situazione emergenziale. Un salone e una comunità sono forti se non sono in una continua situazione di emergenza».
«Con Chiara – ha commentato Sergio Chiamparino – crediamo nel Salone che non è una manifestazione commerciale (con tutto il rispetto per chi svolge queste attività) ma prima di tutto un processo culturale e politico. Un momento importante per la città che mobilita tante persone in modo disinteressato come fu per le storiche Olimpiadi del 2006». Insomma per l’ex sindaco torinese si tratta di momento di grande orgoglio in cui tutto il Paese e non solo guarderanno verso la città della Mole come tempio della cultura.
Il presidente del Piemonte aggiunge: «Lavoreremo su due assi». Il primo ha un’impostazione di progetto culturale politico che continuerà ad essere nella disponibilità delle istituzioni, anche con le necessarie operazione di consolidamento delle risorse. Il secondo punto apre al mercato: «lavorare coerentemente con un impostazione culturale che non si limita al Salone ma che si svilupperà in tutta l’area metropolitana tutto l’anno, convinto che la straordinarietà del Salone troverà ascolto nel mercato».
Chiamparino ritorna sul ricordo dello straordinario 2006 torinese: «Per certi aspetti mi ricorda l’esperienza vissuta con l’organizzazione delle Olimpiadi, e le tante persone che hanno lavorato assumendosi rischi oltre quanto era lecito aspettarsi hanno consentito che quella straordinaria epopea si sviluppasse nella nostra città. Oggi per certi aspetti viviamo una situazione che ha caratteristiche simili». «Voglio ringraziare -aggiunge il Presidente della Regione Piemonte – per l’affidabilità che ci è stata data e noi la ripaghiamo lavorando per presentare con la nuova edizione del salone un modello che dia stabilità, certezze, garanzie. Questo è il nostro impegno».

Le premesse di questa edizione son quanto mai positive. Il direttore editoriale Nicola Lagioia, in t shirt bianca, ha ricordato con soddisfazione come le presenze degli editori siano aumentate «Siamo riusciti a riportare sotto lo stesso tetto tutta l’editoria italiana e si registra un overbooking di prenotazione degli spazi aumentato del 28%. (da 10.557 mq a 13.482) per una manifestazione che non ha eguali in Europa. Lagioia ha annunciato anche la presenza del premio Pulitzer per la narrativa, Andrew Sean Greer, oltre a una moltitudine di personaggi come Javier Cercas, Edgar Morin, l’economista Jeremy Rifkin, il dissidente russo Eduard Limonov e i genitori di Giulio Regeni”che si aggiungono ad una serie di protagonisti del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo». L’edizione 2018 del Salone Internazionale del libro di Torino vedrà la Francia come paese ospite e si aprirà con una serie di confronti sul tema Europa. I giorni della kermesse coincideranno con l’anniversario della legge Basaglia e, non a caso, sarà presente tra gli ospiti il “Basaglia nero” Gregoire Ahongbonon, che in Africa lotta per liberare i malati di mente in catene.
Il direttore editoriale ha ammesso con una sorta di incanto: «Se penso che per qualche notte sotto il cielo di Torino vi sarà il gotha del meglio del pensiero mondiale..» questo mentre ha proceduto in un lunghissimo elenco dei tantissimi autorevoli del vasto programma, presentati proiettando sullo schermo di una sorta di carta d’identità con una originale definizione che caratterizza il loro “mestiere”. Un Salone che è sempre più un evento culturale totale che andrà ben oltre gli spazi del Lingotto, con diverse iniziative concerti, feste, letture volanti che coinvolgeranno la città ed in particolare le Officine Grandi Riparazioni e il cinema Massimo. L’appuntamento è alle OGR il 9 maggio per la preinaugurazione.
Ora la domanda è se l’entusiasmo e l’ottimismo e l’ulteriore apertura al mercato riusciranno a far calare il fardello dei debiti. Intanto Torino continua a sorprendere confermandosi capitale della cultura.

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