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sabato, 27 Luglio 2024

L'Onu e il passo da lumaca della Chiesa

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Una simile strigliata la chiesa non se la sarebbe aspettata da un organismo dell’Onu, tanto più in un campo di cui fa vanto: la difesa dei diritti dei minori, e fin dal momento in cui s’affacciano alla vita nell’utero materno. Ma il Comitato che sovrintende l’applicazione della Convenzione dei diritti del fanciullo non ha avuto timori reverenziali ad elencare inadempienze e lentezze del Vaticano nel conformarsi alle richieste della stessa da esso sottoscritta nel 1990. Se vi ha aderito non può sottrarsi al suo confronto.
Il documento del Comitato, pur riconoscendo i progressi fatti dalla chiesa nel darsi strumenti di salvaguardia dei minori a lei affidati, denuncia le lacune tuttora esistenti. In particolare il rifiuto a deferire alla pubblica autorità i pedofili; il mancato adeguamento del Codice di diritto canonico agli impegni assunti aderendo alla Convenzione; la permanente chiusura degli archivi sulla pedofilia nell’istituzione; il metodo del silenzio nell’affrontarla; l’intimidazione delle vittime onde evitarne le denunce; la riluttanza a supportarle nel loro percorso di recupero psicologico; la poca attenzione alle punizioni fisiche di minori.
In più, i richiami sfiorano anche temi quali omosessualità, aborto, contraccezione con l’invito ad una loro riconsiderazione in rapporto ai risvolti sociali che essi comportano. Colpisce, infine, la rilevazione d’un problema da sempre taciuto: i figli dei preti, frutto di amori criptati, abbandonati a spose mancate stressate nella loro affettività. E’ soprattutto quest’ultimo gruppo di problemi che ha urtato pesantemente il Vaticano, suscitando un’ira mal camuffata e risposte fuori bersaglio. Se l’arcivescovo Parolin, segretario di Stato, molto diplomaticamente si è limitato a dichiarare che il documento sarà attentamente studiato, più risentite sono le parole di padre Lombardi, portavoce del Vaticano, che ritiene “il tono e la pubblicità dati al documento assolutamente anomali”; rileva l’incomprensione per la “natura specifica della Santa Sede, una realtà differente da quella degli altri Stati” e accusa che “le osservazioni hanno oltrepassato le competenze [della Commissione], interferendo nelle posizioni dottrinali e morali della chiesa”. Più drastiche ancora, ma scontate e abusate le reazioni di monsignor Tomasi, rappresentante vaticano all’ONU: “C’è sempre qualcuno che vuole colpire la chiesa… Probabilmente delle organizzazioni non governative che hanno interessi sull’omosessualità, sul matrimonio gay e su altre questioni hanno in qualche modo rafforzato una linea ideologica”. Quali lobby?.Forse quella vaticana di cui aveva parlato papa Francesco?
Qualche osservazione su quanto successo. 1- La lentezza dei provvedimenti vaticani contro la pedofilia in casa propria è arcinota. Ancora il 6 c.m. l’Avvenire annunciava che “una commissione con la finalità di consigliare il papa circa la protezione dei fanciulli sarà ufficializzata con documento apposito” Che dire? Secolare Il metodo dell’occultamento della pedofilia ecclesiastica. Era il 2001 quando il cardinale Ratzinger disponeva: “Le cause di pedofilia sono soggette al segreto pontificio… Chi lo viola sia punito con congrue pene”. Il principio è la distinzione tra peccato e delitto. Al primo ci pensa l’istituzione, del secondo si occupi lo Stato! 2- L’accusa alla Commissione di interferire nell’insegnamento morale della chiesa è piuttosto buffa. Nessuno contesta la libertà religiosa. Ma non è delitto che una seria autorità laica insinui qualche dubbio sulle sicumeriche certezze dell’autorità ecclesiastica prospettandone le possibili ricadute negative per la convivenza sociale. Non tutto ciò che fa la chiesa gode dell’indiscutibile marchio dello Spirito Santo. In realtà, poi, è la chiesa che spesso, anche troppo, tenta di interferire nei processi legislativi statali, trasformando la propria ostilità ad innovazioni a cui è culturalmente impreparata in pressioni politiche. Comportamento che sembra dare molto fastidio a papa Francesco. 3- Purtroppo Francesco ha detto che il matrimonio dei preti non risolverebbe il problema della pedofilia. Del tutto no, ma in buona parte forse sì. Avendo accanto una donna con cui confrontarsi e figli che gli s’avvinghiano chiamandolo “papà”, forse molto clero avrebbe una diversa considerazione dei piccoli altrui. Francesco ci ripensi.

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