di Andrea Doi
«Procederemo con politiche su ambiente e mobilità, totalmente ignorate per anni. Questa è una situazione emergenziale, e le situazioni emergenziali non si creano quasi mai da un giorno all’altro, bensì dopo anni di assenza di politiche dedicate a creare miglioramenti strutturali». La colpa di chi c’era prima arriva verso la fine dell’intervento. Ma c’è. Non poteva mancare nella strategia appendiniana, anche per quanto riguarda l’inquinamento.
La sindaca parla della situazione inquinamento, dopo che il presidente della Regione Sergio Chiamparino ha rispedito al mittente quello che lui ha definito “allarmismo eccessivo”.
“Non aprite quella porta” (e quella finestra) sta diventanto un tormentone sui social, dove immagini e locandine della storica pellicola horror vengono adattare per ironizzare sul consiglio dell’assessore all’Ambiente Alberto Unia.
«I rilevamenti dell’Arpa di questi giorni mostrano una situazione grave dell’inquinamento in Città, con particolare riferimento alle polveri sottili – spiega Chiara Appendino – È un problema che tocca la salute di tutti i cittadini e sulla salute non abbiamo nessuna intenzione di prendere le cose con leggerezza visto che l’inquinamento in Italia causa oltre 90mila morti premature ogni anno, un dato che ci rende tristemente primatisti in Europa».
«Il nostro dovere è quello di tutelare la salute dei torinesi con ogni mezzo a nostra disposizione, ed è esattamente quello che stiamo facendo senza lasciare nulla al caso», aggiunge.
E quindi sui consigli da film di Unia: «Non abbiamo esagerato quando abbiamo consigliato di non aprire le finestre per limitare la dispersione termica. La temperatura media dell’altro ieri è stata di 14°, cerchiamo di non disperdere il calore accumulato in casa e di limitare i consumi dei riscaldamenti che, ricordo nuovamente, consigliamo di tenere a una temperatura di 19 gradi con una tolleranza massima di 2 gradi».
Ma mentre c’è chi sostiene che la situazione non sia così grave e chi sia un tentativo da parte della maggioranza di “distrazione di massa” per distogliere l’attenzione da ben altri argomenti che stanno minando la stabilità di governo della Città, i torinesi storcono il naso davanti ai provvedimenti dell’amministrazione Appendino. Anzi. Sono proprio arrabbiati. Ora che anche i veicoli diesel Euro 5 non possono circolare. Non restano che i mezzi pubblici, che a Torino non sono certo un fiore all’occhiello.
Scrive Appendino: «Nessun Amministratore si diverte a bloccare le auto consapevole di creare dei possibili disagi, ma quando ci si trova di fronte a un’emergenza è necessario prendere delle scelte. Stare fermi forse è la scelta più facile, ma non è ciò di cui la Città ha bisogno in questo momento. L’emergenza si affronta con la collaborazione di tutti i cittadini».
Continua: «L’inquinamento non si elimina con un’ordinanza, questo è chiaro a tutti. La piena collaborazione di tutte le cittadine e di tutti i cittadini è condizione necessaria per affrontare il problema con successo, nell’interesse di tutta la comunità. Non è riempiendo la città di controlli che pensiamo di garantire il rispetto dell’ordinanza, ma facendo appello al senso di responsabilità di ognuno di noi».
Infine Appendino, dopo aver, come dicevamo all’inizio, dato la colpa a chi c’era prima, ricorda che: «da quando ci siamo insediati abbiamo lavorato ogni giorno per fare in modo che quanto prima smettano di presentarsi queste situazioni. Lo abbiamo fatto con numerosi provvedimenti che disincentivano il più possibile l’auto privata a favore della mobilità sostenibile».
«Stiamo ampliando il bike-sharing, costruendo nuove piste ciclabili, promuovendo la mobilità elettrica con nuove colonnine ed esenzioni alla ZTL, priorità semaforica per i mezzi pubblici e revisione delle tariffe, 20 autobus elettrici», conclude la sindaca, che chiede a Regione e ai Comuni limitrofi di far rispettare i blocchi del traffico e di «remare tutti verso lo stesso obiettivo».