Una lettera indirizzata ai dirigenti della Regione Piemonte per spiegare le loro ragioni per cui non si può impegnare il personale sanitario in sostituzione degli infermieri. Una necessità che i vertici regionali avevano espresso visto l’emergenza della seconda ondata di Covid negli ospedali piemontesi ma che l’Ordine dei TSRM (Tecnici di radiologia medica) e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, che riunisce 19 professioni, non condivide.
“Pur tenendo conto dell’oggettiva difficoltà di reperire il personale sanitario necessario a gestire in modo sicuro ed efficace l’attività assistenziale richiesta dall’emergenza pandemica, non si possono condividere iniziative che non tengono in debito conto i campi di esercizio tipici e riservati delle singole professioni sanitarie così come previsti dalla normativa statuale, determinati dai profili professionali, dalla formazione universitaria di base e post base e dai codici deontologici e resi operativi dall’abilitazione all’esercizio”, scrivono nella lettera firmata dal presidente Monica Franconeri a nome delle categorie associate come Tecnici di radiologia, Fisioterapisti, Assistenti sanitari, Tecnici di laboratorio, Tecnici ortopedici, Educatori Professionali, Igienisti dentali, Tecnici Ortottisti, Audiometristi, ecc…
Nel documento i sanitari precisano anche che “Le attività tipiche e riservate che lo Stato attribuisce a ogni singola professione sanitaria non possono essere svolte da soggetti diversi da quelli che, per formazione e conseguente abilitazione, vi appartengono. Nel farlo si incorrerebbe nell’esercizio abusivo di una professione”. Le categorie aderenti all’Ordine si dicono però disponibili all’esecuzione dei tamponi naso-faringei che pur non sono nelle loro competenze ordinarie da parte di professionisti “sottoposti a idonea formazione sanitaria con conseguente certificazione della competenza acquisita”.