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sabato, 27 Luglio 2024

Le professioni sanitarie alla Regione Piemonte: “Non possiamo sostituire infermieri, ma usateci per i tamponi”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Una lettera indirizzata ai dirigenti della Regione Piemonte per spiegare le loro ragioni per cui non si può impegnare il personale sanitario in sostituzione degli infermieri. Una necessità che i vertici regionali avevano espresso visto l’emergenza della seconda ondata di Covid negli ospedali piemontesi ma che l’Ordine dei TSRM (Tecnici di radiologia medica) e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, che riunisce 19 professioni, non condivide. 

“Pur tenendo conto dell’oggettiva difficoltà di reperire il personale sanitario necessario a gestire in modo sicuro ed efficace l’attività assistenziale richiesta dall’emergenza pandemica, non si possono condividere iniziative che non tengono in debito conto i campi di esercizio tipici e riservati delle singole professioni sanitarie così come previsti dalla normativa statuale, determinati dai profili professionali, dalla formazione universitaria di base e post base e dai codici deontologici e resi operativi dall’abilitazione all’esercizio”, scrivono nella lettera firmata dal presidente Monica Franconeri a nome delle categorie associate come Tecnici di radiologia, Fisioterapisti, Assistenti sanitari, Tecnici di laboratorio, Tecnici ortopedici, Educatori Professionali, Igienisti dentali, Tecnici Ortottisti, Audiometristi, ecc…

Nel documento i sanitari precisano anche che “Le attività tipiche e riservate che lo Stato attribuisce a ogni singola professione sanitaria non possono essere svolte da soggetti diversi da quelli che, per formazione e conseguente abilitazione, vi appartengono. Nel farlo si incorrerebbe nell’esercizio abusivo di una professione”. Le categorie aderenti all’Ordine si dicono però disponibili all’esecuzione dei tamponi naso-faringei che pur non sono nelle loro competenze ordinarie da parte di professionisti “sottoposti a idonea formazione sanitaria con conseguente certificazione della competenza acquisita”. 

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