di Steve Della Casa
Dario Argento arrivò per la prima volta a Torino all’inizio degli anni Cinquanta. Era un bambino, figlio di un signore che si chiamava Salvatore Argento che lavorava nelle produzioni cinematografiche. Il padre se lo era portato in città perchè la madre di Dario (la famosa fotografa Luxardo) stava lavorando all’estero. Però Salvatore aveva molte cose da fare, e così disse al piccola Dario di aspettarlo in Albergo, che poi era il Grande Albergo Fiorina che oggi non c’è più e che all’epoca era il migliore di Torino, all’inizio di via Pietro Micca. Era inverno, fuori pioveva e tirava vento: un paesaggio davvero spettrale, in una Torino che portava ancora evidenti le tracce dei massicci bombardamenti che aveva dovuto subire durante il secondo conflitto mondiale che si era da poco concluso.
Dario ricorda: «Non ho mai avuto tanta paura in vita mia. Mi sembrava che quella pioggia e quella nebbia nascondessero chissà quali mostri e fantasmi, celati dietro le case bombardate. Quando sono diventato grande e ho avuto la possibilità di fare dei film, non ho mai avuto dubbi sul fatto che Torino sarebbe stata il posto ideale per dei film di terrore».
Trovate l’articolo integrale sul numero 9 del 15/9/2016 del mensile Nuovasocietà, in edicola e su abbonamento.