11.2 C
Torino
mercoledì, 23 Ottobre 2024

La riforma della riforma del decentramento

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

La sindaca di Torino Chiara Appendino ha comunicato che partirà a breve tutto l’iter di riforma del decentramento. Da cosa si è appreso, dopo un’analisi degli assessorati sulle competenze e sulle discordanze tra statuto e regolamento, la questione sarà nelle mani del gruppo Cinque Stelle in comune. Non è prevista nessuna commissione comunale dedicata.
Non è chiaro il ruolo delle circoscrizioni in questo processo, credo che riceveremo, quando e come non è chiaro, le informazioni e daremo poi un parere. Fuori minoranza e territorio dalla rielaborazione del decentramento. Eppure noi, che siamo la periferia (ricordate le periferie?), qualcosa da dire l’avremmo. Potremmo dire che non c’è decentramento senza il potenziamento dei servizi nei quartieri; potremmo dire che le deleghe non dovrebbero essere in conflitto tra ente centrale e e ente di prossimità; potremmo dire che le giunte con quattro coordinatori su territori vasti e popolosi non bastano e bisognerebbe tornare a sei; che le commissioni di quartiere vanno ripensate. Potremmo dire che bisognerebbe snellire l’iter burocratico per la presentazione dei progetti e ridurre i tempi per il pagamento dei contributi. Potemmo dire che depotenziare il decentramento allontanerebbe ancora di più i cittadini dalle istituzioni. Un consigliere di circoscrizione si incontra, si ferma per strada, è un riferimento. Se lavora bene ovviamente.
Una buona riforma prevede coraggio politico, prevede di pensarla prevedendo l’alternanza al governo della città e delle circoscrizioni. Non ricascare nell’errore per dirlo chiaro. Una buona riforma dovrebbe essere concreta e non demagogica. Una buona riforma dovrebbe prevedere la garanzia di un organico tecnico-amministrativo in grado di gestire i servizi e il supporto ai cittadini e alla politica. Le periferie saranno davvero al centro dell’attenzione di chi governa quando avranno in ogni quartiere gli sportelli dell’anagrafe, gli URP (uffici relazioni con il pubblico).
Non credo andrà così, non sono ottimista, sono convinto che con il mantra della partecipazione democratica arriveranno a ridimensionare ancora di più il ruolo delle circoscrizioni. L’obiettivo vero sarà tagliare i costi. Diranno che tanto non siamo così utili. Attenzione però che dal dire che tanto non servono le circoscrizioni a passare al tanto non serve tutto ciò passa attraverso libere elezioni è un attimo. Tira una brutta aria.
Chiudo con un appello alle forze di minoranza in consiglio comunale: prendetelo a cuore questo tema, non lasciateci soli.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano