di Moreno D’Angelo
Reato di vilipendio dell’ordine giudiziario. Le affermazioni contro la magistratura del leader della Lega Nord Matteo Salvini, pronunciate nel corso del congresso piemontese del Carroccio al Palasport di Collegno, sono ora sotto la lente del Procuratore della Repubblica di Torino Armando Spataro che ha affidato alla Digos di Milano ulteriori accertamenti per verificare la sussistenza di reato (articolo 290 del codice penale che prevede una multa tra i mille e i 5mila euro).
La frase incriminata del segretario federale del Carroccio è: «Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord».
Il leader felpato intendeva, con la consueta irruenza, manifestare la sua indignazione per l’indagine sulla rimborsopoli ligure che ha coinvolto il suo vice Edoardo Rixi, assessore regionale allo Sviluppo Economico della Regione Liguria. Rixi è stato rinviato a giudizio con altre 23 persone nel processo “spese pazze” che ha coinvolto i gruppi regionali liguri dal 2010 al 2012 in Liguria dopo le indagini della Gurdia di Finanza. Il processo sarà avviato l’8 giugno. Matteo Salvini ha rincarato la dose dichiarando: . «Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un paese normale».