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sabato, 27 Luglio 2024

La Grande Bellezza è una Chimera

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

La “Grande bellezza” è una favola onirica, un territorio dove si agitano gli spettri dei personaggi di una commedia di gusto felliniano, anime in pena in cerca di forti piaceri vestiti di banalità, di vuoto. Roma sfuma nei tramonti che annunciano le notti delle anime perdute: donne, uomini, a volte bambini, alla ricerca di una pace che non sanno neppure connotare.
E’ la grande “missione” del protagonista, l’unico consapevole di essere alla ricerca della “Grande bellezza”, la panacea di ogni male, forse il senso profondo della vita. Non scrive più da anni ma si parla ancora del suo unico romanzo, mito di un passato lontano, simbolo di un amore che vede nella nostalgia l’unica fuga per chi non ha prospettive pr il futuro.
Santi, cardinali senza fede, nobili decaduti, vecchi in disperata lotta con i segni del tempo, soubrette ingrassate, attori falliti: la fauna di maschere disperate, una processione alla ricerca di un Eldorado che non sanno neppure immaginare, ma che cercano febbrilmente, ecco il popolo delle feste senza allegria sulle terrazze di Roma. Il circo dei rimpianti, delle occasioni perdute, dei sogni morti bambini, non sospende mai i suoi spettacoli. I funerali stessi sono parte dello spettacolo che imprigiona i suoi artisti, li condanna a sognare l’impossibile liberazione.
Tutto si consuma tra cene senza sorrisi, trucchi da baraccone, apparizioni di animali onorici, miracoi mancati, cocaina… «E tuto finisce con la morte – sussurra nel finale il protagonista – ma prima c’è la vita col suo “bla-bla-bla”, il chiacchiericcio e tutto il resto che seppellisce…». Ma e la Grande Bellezza? «L’ho cercata ma non l’ho trovata», confessa con voce amara, lo scrittore senza storia. Ma aggiungerà a parziale riscatto della solitudine che incatena lui e tutti gli altri che, a sprazzi, questa bellezza appare. llumina la vita, le conferisce il primato sulla morte, quella fisica, quella dell’anima che spesso la precede.
Poi, nelle ultimissime immagini, tutto sembra fluire lentamente sulle acque del Tevere: i sogni irrealizzati, le paure, l’emozione, il mistero della vita e della morte. E, ovvimente, sul fiume si allontana anche lei: la regina delle Chimere, la Grande bellezza appunto.

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