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sabato, 27 Luglio 2024

Intervista a Riccardo Magi: “Per gli Stati Uniti d’Europa o si va avanti o vi è rischio disgregazione”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

“Stati Uniti d’Europa: ora o mai più”: nel corso dell’appuntamento torinese della lista Stati Uniti d’Europa, presso il Social fare, abbiamo posto alcune domande al segretario di +Europa Riccardo Magi. Erano presenti all’iniziativa un monumento della storia radicale come Marco Taradash, insieme ai candidati piemontesi alle elezioni europee Patrizia De Grazia,  Matteo Di Maio e Marco Cavaletto, candidato alle regionali a Torino.   

Perché oggi una maggiore integrazione europea è così importante? 

L’idea di rilanciare l’integrazione europea con forme federali è sempre stata uno degli obiettivi principali dei radicali. Ora si cerca di riporlo al centro, aggregando altre forze politiche, perché siamo convinti che, se non si fa questo, c’è il rischio di una disgregazione dell’Unione Europea con un danno enorme alla stessa democrazia.  

Siamo convinti di essere davanti a un bivio di fronte al ritorno dei nazionalismi e fondamentalismi che tocca la società contemporanea.   

Il progetto Stati Uniti d’Europa ha più critiche che supporti in una campagna elettorale in cui i temi sovranazionali sembrano marginali.

E’ la conseguenza di anni di una retorica per la quale l’Europa è diventata la causa di tutto quello che non funziona, sotto la spinta di fake news e dalla propaganda della destra nazionalista e russa.

E i cinquestelle? Non li ritiene importanti per la vittoria dei progressisti?

Non li ritengo progressisti ma una formazione populista, proprio partendo dall’antieuropeismo dal giustizialismo che li caratterizza fin dagli inizi.  

Anche a livello giovanile non pare oggi emerga grande entusiasmo europeista?

  I giovani molto spesso si sentono cittadini europei ma lo danno come una cosa acquisita per la quale non è necessario lottare e combattere, ma non è così.

Come nasce questa lista? 

L’idea della lista è nata nel dicembre del 2023 da un appello di Emma Bonino che ha dato seguito a una convention pubblica rivolta a tutte le forze liberali progressiste europeista.

E’ ottimista su queste elezioni?

I sondaggi ci danno saldamente oltre il 4%.  Il nostro è un simbolo nuovo che fa capire che serve un salto di qualità nell’Unione Europea. Siamo ottimisti. Ovviamente c è un tema dell’informazione  è un simbolo nuovo e efficace  che manifesta la necessità di un salto di qualità sull’unione europea.

Come commenta la posizione del governo italiano che non ha sottoscritto la dichiarazione per promozione europea a favore delle comunità Lgbtiq+?  

Ci sembra che il governo italiano abbia deciso di relegare l’Italia tra i piccoli paesi omofobi e non tra le grandi democrazie che vedono nei diritti civili e nelle libertà individuali, anche in quelle della comunità LGBT, uno dei punti che contraddistinguono una democrazia avanzata e   ci sembra incredibile che nel 2024 si facciano queste battaglie di retroguardia.

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