Finisce nel mirino della procura l’architetto amico di Beppe Grillo Alberto Sasso al quale era stato commissionato il dossier per la candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali 2026. La sua consulenza, affidatagli dai sindaci dell’Unione montana dei comuni olimpici delle Via Lattea, aveva destato non pochi sospetti per la cifra della consulenza: 49.990 euro lordi (circa 39 mila netti), ovvero poco meno del limite di 50.500 euro sopra il quale è necessario indire un bando di gara pubblica.
La particolarità della cifra pagata per la consulenza era stata fatta notare già in Sala Rossa alla sindaca Chiara Appendino dalla opposizioni e ha attirato anche l’attenzione del pm Gianfranco Colace che ha aperto un fascicolo in cui l’architetto Sasso e i sindaci sono iscritti in corcorso per turbativa d’asta.
In realtà già a gennaio i carabinieri hanno perquisito lo studio di Sasso, assistito dall’avvocato Gian Piero Chieppa, e sequestrato i suoi computer e altri dispositivi elettronici. Ma fino ad ora non ci sarebbe nessuna traccia di un presunto accordo sottobanco per la consulenza. Insomma, resta da capire se davvero ci siano gli estremi di un reato o se semplicemente i sindaci abbiano chiesto a Sasso una consulenza nel tentativo di tenere buona la base grillina più ostile ai giochi olimpici.