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venerdì, 26 Luglio 2024

Il medico legale disse: “La vita carceraria un pericolo per Giulia Ligresti”

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«Un concreto pericolo per la salute della donna». È chiaro il medico legale Roberto Testi nella sua relazione dopo aver visitato Giulia Ligresti in carcere, su incarico della Procura di Torino. Il documento presentato al gip il 28 agosto scorso portò la figlia di Salvatore Ligresti dritta agli arresti domiciliari, dopo che era finita dietro alle sbarre il 17 luglio, per l’inchiesta Fonsai. La relazione di Testi torna ad essere attuale, visto il caso scoppiato nelle ultime ore per la telefonata del ministro Cancellieri al Dap.
Giulia Ligresti stava veramente male? Per il medico legale su questo non ci sono dubbi: «Ritengo che il caso della Ligresti presenti alcune peculiarità – scriveva – che rendono la condizione di salute tutt’altro che rassicurante, e che meritano una particolare attenzione costituendosi un concreto pericolo per la salute della donna».
Secondo l’esperto la donna era vittima di un severo disturbo dell’adattamento al carcere con «l’umore depresso». Però poi, sempre nella relazione, Testi aggiunge che questo stato non costituisce un fattore di assoluta incompatibilità con la detenzione. «Dall’altra parte – spiega – il carcere è certamente un evento stressante e in modo assai più evidente per chi sia alla prima detenzione e, in particolar modo, sia abituato ad una vita particolarmente agiata, nella quale abbia avuto poche possibilità di formarsi in situazioni che possano anche solo lontanamente preparare alla condizione di privazione della libertà e promiscuità correlate alla carcerazione».
La Ligresti, che è alta un metro e sessantasei centimetri, quando entra in carcere pesa 55 chili, dopo un mese e mezzo di detenzione i chili diventano 48, un calo che preoccupa il medico: «L’indice di massa corporea è di 17.4, in range di sottopeso – evidenza Testi – Tale dato è da ritenersi preoccupante stante la rapidità di perdita di peso, che, continuando, porterebbe a quella situazione nella quale, a causa del deperimento organico, si verifica una irreversibile compromissione multiorganica (cuore, rene, fegato). Una condizione psichica di grave disagio che andrebbe valutata al fine di stabilire il rigore di regime di custodia in relazione alle esigenze cautelari».
Dopo la relazione Giulia Ligresti torna libera il 19 settembre. Il 3 settembre aveva patteggiato una pena di due anni e otto mesi.

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