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sabato, 27 Luglio 2024

“Il Coronavirus non è un gioco”, il drammatico video di Gianni Zampino

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Gianni Zampino, torinese, 41 anni, ha voluto raccontare il suo dramma con un video. È ricoverato in terapia intensiva. Il Coranavirus gli ha portato via suo padre. Il suo appello, trasmesso anche dal Tg1, a non sottovalutare la malattia.

“Scusate la maschera, ma purtroppo non posso parlare senza e non posso respirare senza il suo ausilio di notte invece devo portare un casco che mi permette di respirare. Troppa gente prende sottogamba questo Coronavirus, che personalmente mi ha stravolto la vita da circa dieci giorni.

Fino a pochi giorni fa la mia vista scorreva molto rapidamente, con il mio lavoro da responsabile, mi prendevo cura di mio papà e curavo i miei hobby, tra cui tanto sport, amici, una vita normale come tanti ragazzi e uomini della mia età, come voi.

Devo dire che anche io come tanti ho sottovalutato questo virus, ho pensato a un discorso politico, a un discorso militare, a una bufala, a tantissime cose, ma sinceramente non ho fatto nulla per andare incontro e prendere questo virus. Invece purtroppo è entrato nel mio corpo e nel frattempo ha ucciso la persona più cara della mia vita, che era mio papà. Tutti dicono che questo virus è una normale influenza e vi posso dire che non è una normale influenza, entra dentro di te, si impossessa di te, ti prende i polmoni, le vie respiratorie. 

Ma la cosa più brutta è che non è conosciuto, quindi come fai a sconfiggere un avversario che non conosci? C’è troppa ignoranza, troppo poche le informazioni date, e quindi il mio messaggio è di fare veramente attenzione, di stare a casa questi quindici giorni. State con le vostre famiglie, giocate a giochi di società, vedetevi un film, leggete un libro.

Ma solo tutti quanti insieme, se seguiamo queste regole, potremo riprendere le nostre video in mano. Dovete capire che non è un gioco: io passo le notti con un respiratore, non riesco a dormire, la mia vita si è stravolta, vorrei che nessuno provasse le sofferenze che sto provando io, questo sembra un film horror, ma purtroppo non lo è”.

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