Avevano pianto per la rabbia dopo che il procuratore generale aveva chiesto di annullare le condanne. Ora si abbracciano: la Cassazione ha confermato la sentenza dell’appello bis. Sono i parenti delle vittime del rogo dello stabilimento Thyssen di Torino.
«E’ una vittoria, una vittoria per noi e per tutte le vittime morte sul lavoro», commentano le sorelle e le mogli dei sette operai morti a causa del rogo dopo il verdetto della Cassazione.
«Oggi ascoltando le richieste del pg abbiamo pianto di rabbia. Ora possiamo andare dai nostri ragazzi al cimitero e dire che finalmente c’è stata giustizia e ci sono pene severe, anche se il nostro dolore è per sempre», aggiungono.
«Se gli imputati sono stati condannati e’ perche’ non si poteva fare diversamente, le prove erano talmente chiare», continuano i familiari degli operai.
« Per fortuna tutto il lavoro che hanno fatto i magistrati della procura di Torino non è stato buttato nella spazzatura. Loro hanno avuto il merito di recuperare tante di quelle prove che la sola metà bastava per condannarli». E proprio Raffaele Guariniello, a capo del pool torinese, aveva detto ad uno dei familiari, con una telefonata, di avere fiducia nei giudici: «Mentre era in corso la camera di consiglio – racconta un parente – ho telefonato al procuratore Guariniello per avere un po’ di conforto. Lui ci ha detto di avere fiducia nei magistrati e ci ha consigliato bene perché effettivamente non c’era alcun motivo perché questo processo ritornasse nuovamente a Torino per un nuovo appello. Gli imputati già nel precedente secondo grado avevano beneficiato di sconti di pena e quindi non c’era alcun motivo perche’ si ritornasse a ricalcolare il “quantum” della condanna».