C’è molta soddisfazione nelle parole di Raffaele Guariniello, raccolte dall’Ansa, dopo la sentenza della Cassazione per l’incendio alla Thyssenkrupp a Torino.
Soddisfazione, ma anche una riflessione: nove anni per avere giustizia sono troppi. Lo aveva detto nel pomeriggio, dopo le richieste a sorpresa del procuratore generare che chiedeva un annullamento della sentenza di condanna. «Renzi ha ragione, processi lunghi», aveva detto il magistrato, che dopo la pensione è avvocato. Guariniello ha guidato come procuratore aggiunto il pool che portò avanti l’inchiesta dopo il rogo della Thyssen.
«Noi – spiega all’Ansa – chiudemmo le indagini in due mesi e 19 giorni. A tempo di record. Eppure il processo è andato avanti a lungo. Mi viene da dare ragione a Matteo Renzi quando dice che lui aspetta le sentenze».
«Sono le condanne più alte – dice tornando alla sentenza della Cassazione – mai inflitte per un incidente sul lavoro».
«Dalla notte dell’incendio sono passati nove anni. Un pezzo di vita. Ho avuto il tempo di dimettermi, di cambiare attività. E ancora sento parlare di un processo che io e i miei collaboratori avevano terminato di istruire all’inizio del 2008. Non ne faccio una questione di condanne, di rinvii, di entità delle pene. Questo è un problema di ordine generale su cui devono riflettere tutti. E il presidente del Consiglio, nel dire che lui “aspetta le sentenze”, coglie degli aspetti di verità. Arrivare a una sentenza definitiva è fondamentale. Lo Stato deve garantire risposte celeri».
«La lunghezza del processo Thyssenkrupp – va avanti Guariniello – non è dipesa da noi della procura di Torino. Ma voglio sottolineare che gli avvocati non c’entrano. E’ giusto che presentino i ricorsi. Fa parte del gioco. Solo che il gioco dura troppo».
Guariniello poi conclude: «Ma la procura generale non dovrebbe sostenere le ragioni dell’accusa? I giudici sono andati oltre le richieste del pg. Ed è già capitato in un altro mio processo. Io sostengo che il pm di primo grado dovrebbe essere applicato anche in appello e in Cassazione. Oggi nel caso Thyssenkrupp è come se si fossero invertiti i ruoli».