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sabato, 27 Luglio 2024

I bazar cinesi conquistano la Crocetta

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Capita di camminare per le vie della propria città e, alzando gli occhi, fermarsi davanti alle vetrine di un bazar di quelli che vendono di tutto: dai detersivi alla cover per cellulari, dai vestiti ai mangimi per animali.
Quasi istintivamente viene da pensare che proprietari e personale di quel piccolo colosso, a fianco di negozi da una sola vetrina e con una sola commessa, siano cinesi. Lo capisci non solo dai colori e le fantasie dei prodotti esposti in vetrina, simili a tutti quelli degli store orientali. Ma anche dalle code davanti alle casse e dal via e vai di chi entra anche solo per dare un’occhiata e finisce conquistato dagli shampoo che, inspiegabilmente, costano la metà che al supermercato.
Certo, fin qui nulla di nuovo. Anzi, scene a cui un po’ tutti hanno fatto l’abitudine. Se non fosse che avvengono alla Crocetta. Già, il quartiere bene di Torino dove fino ad ora erano le boutique di marche famose a dominare in corso De Gasperi.
Una zona celebre per il suo mercato, dove i banchi dell’alimentare sono in minoranza, rispetto a quelli che vendono vestiti, borse e scarpe. E tutti commercianti che da molti anni frequentano le vie attorno a vicolo Crocetta, conosciuti dalle signore che frugano tra gli abiti appesi e tra i gioielli esposti sapendo bene di non trovare prezzi così stracciati come ci si potrebbe aspettare dalle bancarelle. O i modaioli che passavano in rassegna gli stand alla ricerca di capi firmati, da Burberry a Lacoste, da Fred Perry a Ralph Lauren.
Da settima scorsa, come detto, qualcosa però è cambiato. Anche qui, a pochi metri dal mercato e tra i negozi di corso De Gasperi, ha aperto un bazar cinese, Koko. Tappeto rosso all’ingresso e vetrine scintillanti che incuriosiscono chi passa. E tanta coda alle casse, segno che anche in Crocetta si guarda al risparmio lasciando un po’ più soli quei commercianti che da anni avevano trovato in questo quartiere una seconda casa.

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