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martedì, 10 Dicembre 2024

Gtt, Alberto Morano: “I 5 stelle non giochino sulla pelle dei dipendenti”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di G.Z.

Preoccupa il futuro di Gtt schiacciata dai debiti e da crediti mai raccolti e preoccupa il futuro dei suoi 5mila dipendenti per una parte dei quali era stata paventata prima dell’estate mobilità e licenziamenti.
Per questo i consiglieri comunali delle minoranze hanno presentato un’interpellanza generale per chiedere spiegazioni all’amministrazione su quali piani ci sono per l’azienda del trasporto pubblico locale.
«Sulla drammatica situazione di Gtt, società del trasporto pubblico torinese con oltre 5.000 dipendenti, un fatturato di circa Euro 440.000.000 e debiti per oltre Euro 540.000.000, in quanto le risposte fornite dall’Assessora La Pietra sono imbarazzanti per la loro inconsistenza» ha commentato nel suo intervento in aula Alberto Morano, primo firmatario della interpellanza.
«Alla data odierna la società non ha ancora approvato il Bilancio 2016 che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 Giugno 2017 e mancano pochi mesi al Bilancio 2017; vi sono seri dubbi sulla continuità aziendale, la società ha un fabbisogno di cassa di circa Euro 50.000.000 per chiudere l’esercizio; inoltre, come è noto, sono in corso indagini della Magistratura sui bilanci degli esercizi precedenti» prosegue Morano che ricorda come in questi mesi sono state tante le indiscrezioni che circolavano sulle possibili “ricette” per salvare Gtt.
«Da notizie di stampa (nulla dice in proposito l’Amministrazione) sembrerebbe che la società stia predisponendo un piano industriale asseverato che dovrebbe essere il punto da cui partire se si vuole ipotizzare una seria ristrutturazione aziendale. Al riguardo osservo che affidare la redazione di detto piano a chi ha portato la società sull’orlo del dissesto appare ridicolo, quand’anche la decisione venga mascherata con un parziale richiamo a norme di legge.
Altre notizie di stampa ipotizzano un contributo da parte del Ministero sotto forma di contributi statali all’acquisto di automezzi, contributo che non può certo essere utilizzato per far fronte alla crisi di liquidità e che non serve a risanare in modo strutturale i conti della società.
Altre indiscrezioni giornalistiche,infine, parlano del possibile ricorso all’amministrazione straordinaria (Legge Prodi-Marzano) o al concordato in bianco (recentemente introdotto dalla normativa fallimentare) o al concordato preventivo. Sono forse questi i motivi per cui la società non approva il Bilancio? Ed infatti i criteri di redazione del bilancio sono diversi allorquando viene meno la continuità aziendale».
Indiscrezioni appunto, mentre Morano chiede all’amministrazione «della Città di Torino che, quale unico socio tramite FCT Holding, deve dettare le linee guida relativamente agli indirizzi strategici della società che cosa intende fare? Certo mi rendo conto che le decisioni siano difficili (e forse non sostenibili dalla Città di Torino), ma nell’Interpellanza Generale questo avevamo chiesto e devo constatare che l’Amministrazione non ha fornito risposte».
Il consigliere ha poi precisato quali sono i bisogni di Gtt. Ovvero un piano industriale adeguato e credibile, una ricapitalizzazione che riequilibri la situazione finanziaria e un nuovo sistema di tariffe.
«Certo che se il socio e cioè il Comune di Torino è nell’impossibilità per mancanza di risorse di dar corso alla ricapitalizzazione (si ricordi che al momento il Comune di Torino non sta nemmeno onorando i debiti verso GTT), gli scenari che si aprono sono solo due: procedura concorsuale con il rischio che la stessa sfoci nel fallimento della società e affossi i traballanti conti del Comune o alternativamente cessione della maggioranza del capitale ad un terzo che, da un lato ricapitalizzi la società in modo adeguato azzerando i rapporti di debito/credito fra GTT e il Comune di Torino e, dall’altro, sulla base di un piano industriale concordato con le parti sociali, assuma impegni occupazionali sostenibili e concordi le tariffe con la Città di Torino per tutta la durata del piano industriale assicurando un futuro alla società e al sistema di trasporto pubblico Torinese.
In questo contesto il richiamo fatto dalla Amministrazione alle norme della Legge Madia appare poco serio soprattutto se limitato alla necessità di predisporre un piano asseverato.
Il piano industriale, asseverato o meno, è certo importante, ma i problemi di GTT sono strutturali.A questo deve mettere mano l’Amministrazione Cinque Stelle se vuole distinguersi da quelle precedenti, se no siamo di fronte all’ennesimo gioco delle tre carte, parole in libertà sulla pelle dei dipendenti di GTT» ha concluso Morano.

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