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sabato, 27 Luglio 2024

Gli interessi del Paese prevalgano su quelli personali

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Alcuni lettori mi hanno chiesto la ragione del mio silenzio su queste pagine di Nuovasocietà da una quindicina di giorni. Voglio subito rassicurarli che questo silenzio non è stato dettato da ragioni di opportunità, o peggio ancora, di opportunismo vista la surreale situazione politica che si è determinata in queste ultime due settimane, con una accelerazione fulminante negli ultimi giorni.
Quando si è esposti pubblicamente a livello professionale come giornalista che commenta i fatti quotidiani anche se attraverso un modesto giornale come il nostro però, con una ricca storia alle spalle risalente agli anni Settanta, vanno date, a chi ti segue, delle spiegazioni agli atti che si compiono, compresi i silenzi.
La mia pausa è stata determinata da un malore che mi ha colto il primo febbraio in una gelida mattinata in quel di Caselle mentre ricordavo il settantesimo anniversario del sacrificio di quattro partigiani fucilati in quel luogo. Sono cose che capitano tanto più quando si sono compiuti sessantanni da ventidue anni!
Chiuso. Non parliamone più. Seguendo però le raccomandazioni ricevute dall’illustre amico professor Schiffer (partigiano combattente a diciassette anni), che ringrazio pubblicamente: decelerare. Stop.
Torniamo a bomba. Che succede? È difficile prevedere gli sviluppi che questa vicenda avrà per il governo del Paese. Si può esprimere l’auspicio che «l’ambizione smisurata» (così l’ha definita lo stesso Renzi), che bisogna avere in certi momenti quando si è di fronte a un bivio, vada nella direzione giusta. Inutile però negare, senza fare il Ponzio Pilato, che un diverso procedere di entrambi i due protagonisti avrebbe potuto evitare la ferita che, comunque la si voglia girare, si è prodotta nel Partito Democratico e che non si rimarginerà tanto rapidamente.
I giri di parole, i dico e i contraddico di Renzi sul governo, accoppiati alla celata consapevolezza di Letta sull’incertezza dell’azione sull’esecutivo di fronte a una esasperata situazione sociale, hanno evidenziato una grave carenza di linearità, di trasparenza, di sincerità di entrambi.
Detto questo non si deve piangere sul latte versato, auspicando che nessuno giochi in proprio, approfittando del disagio e delle angosce che hanno investito non solo il mondo della sinistra ma tutte le persone dotate di un senso di responsabilità che guardano al bene della collettività e non a un effimero tornaconto personale.
Ecco perché ho apprezzato l’atteggiamento assunto dalla cosiddetta minoranza del Pd che fa riferimento a Cuperlo e con toni più sfumati a Fassina. Ci sono già troppi sfascia carrozze in questo Paese capaci soltanto di produrre macerie.
Le prossime ore saranno decisive sul prossimo futuro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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