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sabato, 27 Luglio 2024

Gariglio e Valle: “La Fondazione del libro deve continuare a vivere”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

In attesa che l’assemblea dei soci, convocata per il prossimo 16 novembre, si pronunci sulle sorti della Fondazione del Libro, il capogruppo e segretario regionale del PD, Davide Gariglio, e il presidente della VI Commissione Daniele Valle esprimono con chiarezza la loro posizione: «La Fondazione del libro deve continuare a vivere». 

Un destino, quello della Fondazione per il libro, che dopo l’accertamento dei giorni scorsi del rosso in bilancio rimane sospeso tra l’opzione di una ricapitalizzazione o l’ingresso di nuovi soci per evitare una sua messa in liquidazione e per consentire di proseguire il lavoro organizzativo in vista dell’edizione 2018, dopo lo straordinario successo della kermesse del maggio scorso, nonostante la concorrenza di Milano.

«La fondazione – affermano i due esponenti regionali del Partito Democratico – è un patrimonio della Città e della Regione che merita di essere salvaguardato. In questi giorni – rimarcano – stiamo discutendo l’assestamento di bilancio in consiglio regionale e su questa legge presenteremo un emendamento necessario a dare la copertura finanziaria per proseguire l’attività». 

Per Gariglio e Valle non si tratta di questione di nome o di formalità societaria, ma di una storia decennale e di un patrimonio culturale di successo che va garantito, alla luce di quanto è stato fatto nell’ultimo anno per contenere il debito e risanare i conti.

L’emendamento, nelle intenzioni dei proponenti, autorizza la Giunta ad impiegare le risorse, già stanziate ad inizio anno, per rinforzare il patrimonio della Fondazione qualora si riscontrassero le condizioni per questo nuovo e straordinario impegno, a partire dalla partecipazione di altri soggetti del territorio a questa operazione di messa in sicurezza.

Segnali concreti ed incoraggianti per il fiore all’occhiello dell’offerta culturale di Torino e del Piemonte e per i lavoratori della Fondazione che con la loro professionalità hanno fatto del Salone uno degli eventi più prestigiosi della nostra città.

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