Riceviamo e pubblichiamo:
di Federica Fulco*
I giorni dei cortei Reset G7 hanno messo a ferro e fuoco la città, proprio come era previsto, dai vari consiglieri e comitati di quartiere. I disordini partono da giovedì sera nel quartiere San Salvario, con striscioni di protesta davanti al supermercato Carrefour aperto h 24, con la scritta: “Chiuso per sfruttamento “. A seguire le uova contro la sede della Fondazione Agnelli e quella di Foodora. Nella giornata di venerdì i manifestanti,dopo gli scontri con le forze dell’ordine, si recano a Palazzo Nuovo. Il peggio avviene in serata dove gli anarchici, Askatasuna, i no Tav, vari sindacati e Rifondazione comunista si uniscono. I manifestanti “non pacifici ” bloccano l’accesso alla Gran Madre, bloccano il traffico, sparano i petardi ed incendiano i cassonetti. Innescano l’ennesima guerriglia con le forze dell’ordine. Si giunge al sabato,dove dietro agli striscioni ,si riconoscono i consiglieri del Movimento 5 stelle. Assente il vicesindaco Montanari che forse a seguito di varie polemiche ha deciso di non partecipare. La politica sia di destra che di sinistra è praticamente unanime nel dire che Torino è ora ostaggio di esaltati ed è governata da una Giunta che non prende le distanze da queste azioni. Il G7 poteva essere una buona occasione per discutere ed affrontare i problemi del mondo del lavoro creando dei tavoli con la politica locale, invece si ricorderanno solamente gli scontri, i vandalismi ed una politica assente riguardo alle reali esigenze cittadine.
*Presidente di TorinoinMovimento ed ex presidente del coordinamento comitati spontanei torinesi CCST