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sabato, 27 Luglio 2024

Francesco Tresso: “Portare la politica nei territori”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Francesco Tresso, attualmente consigliere comunale della Lista Civica per Torino, è uno dei quattro candidati alle primarie del centrosinistra che il 12 e 13 giugno decideranno chi correrà per diventare sindaco di Torino.

Come si è arrivato a questa candidatura nel centrosinistra?
“Per me si tratta di un percorso, durato più di un anno, avviato lavorando con le espressioni della società civile come Capitale Torino e Laboratorio Civico”.

Ci teneva molto alle primarie?  
“Le primarie sono un’importante opportunità per coinvolgere le persone, anche quelle distanti dalla politica, per ritrasmettere passione. Una forma di mobilitazione che ha visto il primo passo nella ricerca delle firme”.

Com’è arrivato il supporto di Sinistra Ecologista?  
La nuova formazione  ha visto che  c’era un bacino di consensi, anche dietro la mia proposta , e ha sposato la mia candidatura cogliendo l’idea e lo spirito di unire il campo  evitando  ulteriori spezzetamenti. C ‘erano già dei tentativi di sintesi ma ora quello che conta è il proiettarsi in avanti con un dialogo diverso che apra a nuove prospettive. 

Un discorso oltre i partiti che privilegia i cittadini ?
Il dialogo ravvicina. Più la politica la trasmettiamo ai cittadini nel confronto diretto e più diventa una cosa aperta, scalabile. Insomma diventa un messaggio di vicinanza che occorre trasmettere. 
Si pensi alle tante realtà pulsanti della città che producono azione politica: professionisti, operatori della cultura, volontariato. Persone spesso lontane dalla politica praticata, ed è su questo gap che occorre lavorare.

Lei è attento alle Circoscrizioni. Un soggetto fino ad ora non molto valorizzato? 
Le circoscrizioni dovrebbero rappresentare la cerniera verso l’area metropolitana e andrebbero rinvigorite nella possibilità di intervento e spesa diventando soggetto di reale  prossimità sul territorio”.

Un discorso che tocca la questione periferie?  
I bordi della città non sono più i luoghi degli scarti ma della progettazione. Ad esempio per  Corso Romania occorre progettare insieme a Settimo e non lasciando la palla al   centro della citta

E la nuova mobilità?  L’estensione della rete metropolitana è una priorità?
Siamo per una città più connessa che ci consenta di andare a Malpensa in meno di un’ora e la  metropolitana  per me è una priorità per dare risposte ai cittadini dell’area torinese e al suo turismo.

Parliamo di centrosinistra. Un fronte frastagliato?
Non siamo poi così distanti. C’è una co-pianificazione del programma. Ma io ho lavorato per un progetto  che rappresenti qualcosa che sta al di fuori dell’apparato di un partito, ma che sia in grado di dialogare anche con il partito. E questo è un elemento di novità.  Le convergenze ci saranno dopo. Insomma c’è chi vuole restare sotto un ala protettrice e chi fa una scelta diversa.  

Anche il mondo civico ha risentito di forti criticità in questa ultima fase
Non è che una lista civica ha senso solo se rientra nell’ambito di un appoggio al Pd. Dobbiamo dialogare con le parti migliori della città e ora abbiamo di fronte un’opportunità unica che non possiamo lasciarci scappare. 

Qual è il suo obiettivo in conclusione?
Ritengo fondamentale il dialogo con esperienze e provenienze diverse della società per rinnovare e mettere in grado il centrosinistra di affrontare una sfida appassionante come quella di far ripartire una città dalla pandemia , pur con problemi che hanno radici antiche,   su principi di ecologia e giustizia ambientale e sociale. Occorre guardare avanti per un futuro diverso con nuovi modelli di comunità urbana.   Sappiamo cosa può significare perdere Torino oggi e lasciare la città a una destra che si è dimostrata alquanto incapace.

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