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martedì, 3 Dicembre 2024

Francesco non deluda le speranze che ha nutrito

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

13-03-2013. E’ la data dell’elezione di Francesco. Una grandinata di 3 che certamente non sarà sfuggita all’attenzione dei seguaci della magia dei numeri. Il 3 è simbolo della creazione che è sempre trinitaria. Su di esso ed i suoi multipli l’Alighieri ha strutturato la sua Commedia. E’ un numero indice di vitalità, socievolezza, ottimismo, comunicatività. S’addice bene a papa Bergoglio che di tali doti ha dato e continua a dare prova. A stare ai numerologi il 3, però, non è privo, come succede in tutte le cose, di alcune negatività. Ma non è il caso di rovinare le celebrazioni di Francesco elencandole, tanto più che, ricco com’è di umiltà, egli già non perde occasione per dichiararsi peccatore.
Reso il dovuto omaggio a chi si diletta di numerologia e riassumendo i panni della serietà, non si può dire che la data sia passata sotto silenzio. Del resto, Francesco è il primo nella graduatoria delle personalità oggi più celebri Ovunque televisioni e stampa con programmi ed articoli di qualità hanno indagato a fondo questo primo anno di pontificato dell’uomo arrivato “dalla fine del mondo”. Sebbene non siano mancate osservazioni critiche, in particolare su come affrontò da vescovo alcuni casi di pedofilia, il consenso nei suoi confronti è stato generale, non solo da parte dei bigotti per i quali tutti i papi son Dio, ma di credenti tutt’altro che acquiescenti e di laici professi, convinti che la novità di Francesco abbia avuto e continuerà ad avere positive ricadute anche nella società civile.
Chiuse le celebrazioni ufficiali, non è tempo perso fare il punto su quanto è stato detto di questi 12 mesi che hanno visto Francesco al timone della barca di Pietro, di tutt’altro tonnellaggio di quella che solcava il lago di Tiberiade. Per farlo in modo ordinato e chiarificatore converrà osservare e valutare la sua azione da tre punti di vista: innovativo, riformatore, rivoluzionario. Termini questi spesso usati come equivalenti, ma che concettualmente esprimono aspetti e, quindi, risultati diversi dei possibili interventi di Francesco sulla realtà ecclesiastica alla cui guida fu eletto. Occorre. dunque, tenerli ben distinti per misurare la portata della sua presenza a tutt’oggi.
L’innovazione è ormai innegabile ed è stata la più rilevata. Bergoglio è arrivato come un tornado che richiama -sia detto giocosamente senza equiparare cose eterogenee- quell’ “Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che riempì tutta la casa”.che caratterizzò la discesa dello Spirito sui discepoli a Gerusalemme. Francesco in verità ha sconvolto modi, riti e ritmi della funzione papale non sconvolgendo se stesso. S’è cambiato d’abito e sotto è rimasto quel che era. Non si è paludato di divino. Questa la novità da cui tutte le altre. Frugalità di vita, semplicità nei mezzi, immediatezza, spontaneità, comunicatività, spiritualità che radica nel quotidiano. Un papato demitizzato e sintonizzato sull’umano. Non una dottrina che angustia la vita, ma che fa i conti con essa. Non una chiesa che predica formule mute al cuore, ma una comunità che cerca nella storia i segni della presenza di Dio. Chi verrà dopo di lui non potrà non tenerne conto.
Quanto all’aspetto riformatore,.senza miracolistici annunci alcune delle tanto auspicate riforme sono in cantiere. L’impenetrabile IOR è stato forzato. Il mammona di iniquità che, non privo di risvolti diabolici, spadroneggiava in Vaticano è stato affrontato e si tenta -con quali esiti si vedrà- di asservirlo alle finalità d’una chiesa povera per i poveri. Certo Gesù a scanso di equivoci mandò i suoi senza borsa né calzari! Accogliendo la spinta del Vaticano II alla collegialità di governo, Francesco si è circondato di un consiglio di cardinali ed intende concedere più larga autonomia agli episcopati locali e maggiore autorevolezza ai Sinodi generali. Ha riorganizzato la Segreteria di Stato e meglio coordinato il lavoro dei Dicasteri vaticani. Ha rimosso, sia nella curia romana che fuori, figure non coerenti con i suoi orientamenti, mentre altre di sua fiducia stanno occupando posti chiave. Restano altri cantieri e di non minor conto cui metter mano: l’elezione dei vescovi, il ruolo della donna nella chiesa, il celibato dei preti… Francesco per ora ha palesato stoffa dl riformatore. In lui semplicità e prossimità non albergano cedevolezza. Al tempo la conferma. (1, continua)

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