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martedì, 3 Dicembre 2024

Francesca Pascale: “Il Papa mi riceva”

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Si tirano le fila nel Day After. Una giornata storica quella di ieri. Chiude un ventennio. Silvio Berlusconi non è più senatore.
E già si leccano le ferite. La notte, quella appena trascorsa, il “papi” l’ha passata con i suoi figli nella casa di Arcore, difeso e accudito dalle due rampolle Marina e Barbara.
Ma accanto a lui spicca per originalità e bizzarria, è proprio il caso di dirlo, la fidanzata Francesca Pascale. Lei un piano b ce l’ha. Dopo il bluff dell’Arcorino di carte targate Usa che avrebbero provato la sua innocenza nel merito del caso Mediaset, in cui è stato condannato in via definitiva per frode fiscale, la “ragazza del calippo al Telecafone” vuole provare a rivolgeri niente poco di meno che a Papa Francesco.
Ebbene sì, avete capito bene.
«Lancio un appello a papa Francesco. Un appello affinché mi riceva e ascolti la storia di Berlusconi». Incredibile ma è così, la fidanzatina vuole commuovere il cuore di Bergoglio con l’incredibile, quanto triste, storia ventennale della vittima Berlusconi, tra mazzette, faccendieri, mafia, massoneria, reati, comunisti, toghe rosse, prostitute, anche minori, Ruby, Noemi, igieniste dentali, nipoti di Mubarak, orge, tradimenti, bunga bunga, leggi ad personam per non finire dietro le sbarre e chi più ne ha più ne metta.
Sì, proprio lui, Silvio Berlusconi, e le sue imprese dovrebbero convincere il Papa dell’innocenza del Cavaliere. Chissà che non sia in cerca di un’indulgenza plenaria, di un’assoluzione morale, visto che quella giudiziaria rischia di non avvenire, anzi, addirittura la lista dei reati nella sua fedina penale si allunghi notevolmente ora che non può più godere dell’immunità.
La prima notte da “ex”, da “non-senatore”. Deve essere stata dura, ma Francesca, la premurosa badante del “leader”, lo descrive non come «depresso», bensì come «arrabbiato, ha la rabbia di chi ha subito una sentenza ingiusta».
In merito alla grazia, poi, la dolce metà di Berlusconi, dice «avevo pensato di scriverla io, la lettera. Anche i figli erano d’accordo. Poi abbiamo capito che per lui sarebbe stata come una violenza, visto che è innocente. Avevo pensato di andare al Quirinale da Napolitano. Poi ho capito che avrei trovato le porte chiuse. Ma se quelle porte non fossero chiuse ci andrei, a parlare col capo dello Stato. Come andrei di corsa a parlare con papa Francesco del caso Berlusconi».
«Oggi per me – sottolinea – è il giorno di un’amarezza indicibile. Lui vela sempre con l’autoironia anche la sua tragedia personale ma io non ci riesco. E adesso vorrei portarmelo via, allontanare il mio uomo da chi lo odia, per preservarlo dai colpi e dall’umiliazione ingiusta. Mi rendo conto però che così non sarebbe lui, non si riconoscerebbe guardandosi il mattino».
Potrebbe sempre portarlo nella terra del suo padrino, Hammamet in Tunisia.
La bella Francesca, 29 anni, poi delizia noialtri di un’analisi politica: «Ad Alfano gli sarebbe bastato aspettare e sarebbe stato lui il leader naturale, mentre ora già dal nome, più che un partito, quello di Angelino sembra una società di autonoleggio. Il premier Enrico Letta invece è un democristiano sbiadito. Anzi, l’indole sua e della sinistra è quella dei comunisti. Ma anche sono peggio dei comunisti perché negano di esserlo».
Non fa una piega. Chissà, invece, che piega farà Papa Francesco all’appello della sua omonima Francesca.

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