Maurizio Robasto, della Lega Nord, sindaco di Virle in provincia di Torino, è stato condannato cinque mesi di reclusione, con la condizionale, per irregolarità nella raccolta delle firme.
La contestazione riguarda un piccolo numero di sottoscrizioni che furono lasciate dagli elettori, durante la campagna del 2015, in un momento in cui l’autenticatore (anche lui condannato alla stessa pena) non era presente perché era al bar. Robasto, oggi ventiquattrenne, al momento della sua elezione è diventato il sindaco più giovane d’Italia.
Il procedimento, coordinato dal pm Patrizia Caputo, è scattato dopo una lettera anonima inviata al segretario comunale, che ha poi trasmesso il documento alla procura di Torino. Il sindaco, secondo quanto è stato ricostruito in tribunale, aveva convinto un gruppetto di cittadini a firmare per la propria lista. Inutilmente l’autenticatore, difeso dall’avvocato Alberto Villarboito, ha spiegato che, nonostante fosse al bar, aveva visto tutto: la sua presenza era indispensabile.