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sabato, 27 Luglio 2024

Finge sequestro del figlio, il padre ha mentito per paura

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Simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e anche abbandono di minore. Questi i capi di accusa per Alex Giarrizzo, il padre 33enne che ha inventato il finto tentativo di rapimento del figlio durante la festa patronale di Borgaro Torinese. La vicenda avvenuta domenica scorsa da caso nazionale a enorme bugia scoperta dai carabinieri dopo che l’uomo aveva riconosciuto da una foto il presunto responsabile che in realtà ritraeva un uomo attualmente detenuto.
Secondo gli inquirenti, Alex Giarrizzo, che aveva perso il figlio di tre anni tra la folla per poi ritrovarlo poco dopo. Ma l’operaio di Borgaro, ha inventato di sana pianta il racconto secondo cui un uomo con accento slavo aveva tentato di portare via il piccolo e che lui era riuscito a salvare, per non perdere la patria potestà. A sottolineare gli spetti psicologici di tutta questa storia ci pensa il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando, «Il padre che ha denunciato il finto tentativo di sequestro del figlio dopo aver confessato ha detto che non si aspettava che si scatenasse un tale pandemonio mediatico – spiega Ferrando – e poi si è sentito un po’ protagonista».
Il procuratore che ha coordinato le indagini si è complimentato con i carabinieri per il lavoro fatto evidenziando anche come l’opinione pubblica, bombardata dai particolari fantasiosi del racconto (dello straniero che rapisce bambini, ad esempio), tutto è apparso più reale «Dopo il racconto e la descrizione fatta dall’uomo si è materializzato (il rapitore–ndr), anche i cittadini sono quasi riusciti a farlo nascere dal nulla». Anche i media hanno le loro colpe, «Cautela e professionalità a dare notizie perché si rischia un effetto boomerang », conclude Ferrando.
Tornando ad Alex Giarrizzo, quando è crollato alle domande di Roberto Capriolo, capitano e comandante della compagnia di Venaria, ha solo detto l’unica cosa che doveva dire sin dall’inizio: «Ho ritrovato mio figlio da solo, davanti ad una panetteria, ed ho avuto paura, perché dopo il ritrovamento una signora mi ha detto che mi avrebbero torlo il piccolo perché si trattava di abbandono di minore». I militari che in 24ore sono riusciti a risolvere il caso, avevano anche visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Qui alle 17.17 il bambino c’era, da solo per poi riapparire alle 17.22 in braccio alla mamma.
Cinque minuti: secondo i carabinieri un arco di tempo troppo breve per racchiudere un tentativo di sequestro con relativa colluttazione. Poi quella foto del finto riconoscimento.
Insomma, come detto quattro capi d’accusa per Alex, il quale non solo aveva rilasciato molte interviste, ma secondo gli inquirenti, al momento……era tornato sul luogo il giorno dopo per farsi ancora riprendere dalle telecamere come padre eroe.

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