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sabato, 27 Luglio 2024

Fassino: “Con la nuova Tasi buco di un miliardo, comuni a rischio”

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«La conformazione della Tasi non garantisce ai comuni le stesse risorse delle quali hanno beneficiato nel 2013». È un concetto che Piero Fassino, sindaco di Torino nonché presidente dell’Associazione Nazionali Comuni Italiani, ha già espresso, ma che tiene a ribadire. «Senza correttivi farà mancare molto gettito nel 2014. Secondo i nostri calcoli i comuni dovranno fronteggiare un buco di 1 miliardo di euro» spiega Fassino in un’intervista rilasciata a “Il Messaggero”.
Fassino però sa che la situazione non può essere lasciata così com’è, e anzi, bisogna intervenire in fretta: «Serve una soluzione entro gennaio e spetta al governo trovarla». «Negli incontri che abbiamo avuto in questi giorni con il premier Letta, con il sottosegretario Baretta e con il ministro Delrio – continua il presidente dell’Anci – ci è stato assicurato che la questione sarebbe stata risolta. Da parte nostra abbiamo posto la sola condizione che le risorse aggiuntive devono saltar fuori senza chiedere nuove tasse o contributi ai cittadini».
I comuni che soffrono maggiormente di questa situazione di incertezza sono i grandi centri, quelli più popolosi: «Milano che perderà 100 milioni di risorse, Roma 60, Napoli 40 e Catania 15. Deficit che costringerebbero a tagliare servizi cruciali come scuole, asili, assistenza anziani».
«Se non ci saranno dei correttivi – avverte Fassino – è evidente che rispetto alla vecchia Imu, che aveva un’aliquota del 4 per mille, la nuova imposta, che si ferma al 2,5 per mille, fa mancare molto gettito nel 2014». E non è «assolutamente» sufficiente nemmeno la possibilità di alzare l’aliquota fino a un altro 0,8 per mille che, «se confermata, garantirà un aumento quantitativo delle detrazioni in favore delle famiglie a reddito medio-basso».
Il governo ora deve «trovare una via d’uscita alla svelta» ribadisce, perché «i bilanci comunali vanno chiusi entro il 28 febbraio e occorrono procedure complesse» per le quali i sindaci hanno bisogno «di conoscere con almeno un mese di anticipo il quadro delle risorse sulle quali potranno contare. Il che vuol dire che entro due settimane dovremo avere una risposta».

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