Dopo due anni, si chiude l’inchiesta sulla vicenda De Tomaso di Grugliasco, il cui fallimento lasciò senza lavoro circa 800 operai. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Pacileo, si è concentrata su quindici indagati a diverso titolo per bancarotta fraudolenta, false fidejussioni e violazione della legge fallimentare, tra cui Gian Mario Rossignolo e il figlio Gianluca.
L’inchiesta, che inizialmente riguardava corsi di formazione finanziati con fondi di Regione Piemonte e Comunità Europea e mai partiti, negli anni si è allargata, interessando anche la situazione di oltre ottocento operai altamente specializzati che si sono ritrovati senza lavoro e milioni di euro di finanziamenti pubblici sprecati.
Un’operazione disastrosa, di cui d’altra parte Rossignolo, tornato davanti al pm due settimane fa, aveva assicurato di non essere l’unico responsabile. L’obiettivo delle manovre, infatti, sarebbe stato salvare Pininfarina dal fallimento. La tesi, del resto, era già contenuta in una lettera del 26 agosto 2011 indirizzata all’allora presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e conservata perché contenuta tra le carte del fallimento.
Intanto non si placano le preoccupazioni per i lavoratori della De Tomaso, per cui il ministro dell’Economia Pier Carlo Padovan ha firmato la cassa integrazione in deroga.
@ElisaBellardi