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sabato, 27 Luglio 2024

Eugenio Calia (Torino Nuota): “Servono aiuti e meno burocrazia per le piscine torinesi”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

La ripresa post Covid è stata positiva nelle diciotto piscine pubbliche di Torino, con un significativo ritorno  di utenti di ogni età, ma sono tanti i problemi e incognite del  settore e di  gran parte degli impianti sportivi cittadini.

Un quadro e una realtà energivora che risente particolarmente gli incredibili  picchi raggiunti dal caro bollette luce e gas costo bollette di luce e gas. Anche il costo del cloro è aumentato notevolmente. 

 Molti gestori in serie difficoltà rimangono in attesa di interventi e ristrutturazioni, con situazioni quanto mai critiche nella cintura torinese. 

Ne abbiamo parlato alla piscina Lido con Eugenio Calia, presidente di Torino Nuota. Una delle società che gestiscono corsi di nuoto, acqua gym e salvamento. Torinese, 60 anni, da sempre appassionato di nuoto, insieme a Luigi Armani ha fondato nel 2017 questa società affiliata Libertas.

Il cahier de doleance si apre con la necessità di pronti interventi di manutenzione. “Docce e spogliatoi devono essere rinnovati, oltre alla ordinaria manutenzione delle vasche che qui alla Lido sono in ottime condizioni (sistemi filtraggio acqua)”. Calia aggiunge – “si tratta di interventi non più prorogabili anche perché queste piscine, oltre al loro importante e salutare servizio per la comunità, rappresentano una sorta di biglietto da visita per la città, essendo frequentate anche da turisti.  Non possiamo permetterci strutture vetuste o malridotte. Bellezza, pulizia e ordine valgono per chi segue i corsi, per chi fa nuoto libero e per chi ci lavora tutti i giorni”.

Come detto i costi sono aumentati e le società pagano lautamente per usufruire degli spazi d’acqua dalla Circoscrizione (17 euro per 50 minuti).

“Il nostro interlocutore è l’ufficio sport della Circoscrizione, a cui il Comune ha tagliato i fondi che dovrebbero essere rivolti a finanziare le realtà sportive di base.  Purtroppo nel nuoto dilettantistico impattiamo sempre con l’aspetto economico”. Allarga le braccia Calia ribadendo come le Circoscrizioni siano un anello debole della catena per la loro cronica debolezza finanziaria, nonostante i tanti buoni propositi che emergono sul territorio. 

Verso il nuoto oggi c’è maggiore attenzione e i corsi riscontrano molto successo. In particolare l’acqua gym   che coinvolge un pubblico femminile giovane e anziano.  Indubbiamente aumentano gli utenti e sempre più mamme portano i loro bimbi in piscina per l’acquaticità e per i corsi di nuoto. Iniziare da bambini ad avere n confidenza con l’acqua è fondamentale.  “Mia figlia l’ho portata in piscina a sei mesi e non ha più smesso di nuotare”, aggiunge con orgoglio il presidente di Torino Nuota. “Certo la pandemia ha inciso ma mi chiedo oggi che senso abbia imporre una riduzione della capienza di questa piscina da 160 a 140 utenti come  prevenzione Covid?”

Un discorso a parte riguarda i corsi di salvamento in cui Torino Nuota è particolarmente impegnata. Si tratta di corsi, della durata da quattro a sei mesi, che consentono di ottenere un brevetto di salvamento per operare in acque aperte e chiuse. Corsi quanto mai utili per tanti ragazzi che possono così lavorare nella stagione estiva al mare o in piscine di tutta Italia.

I brevetti hanno un costo di circa 400 a 500 euro. Una bella cifra per dei giovani. In genere il programma di  questi corsi coinvolge  di gruppi di 10 – 15 ragazzi e ragazze.  

“Certo il brevetto può essere ottenuto anche privatamente, ma io chiedo alla circoscrizione di poter sviluppare dei progetti che ricadano sul territorio e sui giovani residenti, con relativi contributi, e che queste iniziative, proposte dalle società sportive, però poi vengano realmente agevolate, partendo da un  contributo pubblico che non arrivi dopo uno o due anni dalla conclusione del progetto. Un fatto che mette in difficoltà società con modestissime disponibilità finanziarie come la nostra (che vive grazie al volontariato e la passione dei suoi membri). Non esiste che si debbano anticipare fondi che vengono poi erogati con simili  ritardi. Insomma non chiediamo niente ma che almeno i contributi   arrivino dopo mesi e non anni..” è la richiesta di Calia.

Carenza organici.  L’operatività delle piscine è toccata da una cronica carenza di personale e dalla necessità di un suo ringiovanimento.   Non si tratta di uno slogan.  “Qui alla Lido la nuova stagione si è aperta con la settimana ridotta dal mercoledì alla domenica proprio per questo motivo. Le cause sono dovute a persone andate in pensione e mai sostituite. Tanto che, per poter effettuare le coperture dei bagnini del salvataggio sul piano vasca, spesso ci si deve appoggiare alle cooperative private esterne”.

La normativa impone la presenza di due bagnini per le piscine di certe dimensioni.  “Ma intanto il Comune non assume e tre anni fa – ricorda Calia – vi fu un apposito concorso indetto proprio dal Comune di Torino per tali addetti, ma furono pochissimi (circa una decina) quelli assunti con la graduatoria”.

Burocrazia

Le società, specie le più piccole, manifestano l’esigenza di potersi interfacciare a livello istituzionale con un solo ufficio per agevolare gli iter sulle richieste.  “Non posso ogni anno, per usufruire degli stessi spazi d’acqua, dovermi misurare con una modulistica che viene sempre cambiata e con richieste di una valanga di documenti che riguardano i soliti e stranoti soggetti attivi nel settore” denuncia il presidente di Torino Nuota, che precisa :  “le annuali richieste del Comune andrebbero semplificate e estese nella loro validità  per documenti già in loro possesso (vedi statuto , atti costitutivi , firme..).

Infine viene ricordato come la mission sia quella di dare la possibilità di amare il nuoto e migliorare in una disciplina eccezionale per i benefici che apporta a qualunque età.  “Per me è una soddisfazione – vedere come, dopo i corsi, persone che avevano paura dell’acqua ora pratichino anche il delfino, la tecnica più difficile”.  “Io preferisco lo stile libero. Alla mia età con il delfino è difficile andare oltre i 25 metri, mentre non amo tanto il dorso che è però utilissimo per le schiene malridotte da ore di ufficio e sedentarietà” conclude il presidente di Torino Nuota.

“Un quadro pesante.  E c’è chi invoca una sorta di new deal  per questa complessa realtà che  ha  un ruolo fondamentale per salute, formazione e benessere sociale anche nelle tanto decantate periferie. Non a caso è stato avviato un monitoraggio sull’intero comparto sportivo da parte dell’assessorato allo sport del Comune di Torino, che ha avviato una serie di incontri con tutte le componenti del settore, con una richiesta di aiuto al Governo mirata ad un ampliamento del superbonus 110% all’intero impianto e non solo per gli spogliatoi.  Il Comune di Torino ha disposto la proroga al 2023 delle  concessioni del comparto scadute il 31 dicembre 2021.

In conclusione riportiamo i rilevanti numeri della realtà delle piscine in Piemonte: 70 strutture coperte, 2500 occupati, 350mila utenti per circa 8 milioni di ingressi per un fatturato di 35 milioni di euro.”   

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