Tutto prescritto, anche i risarcimenti, perché il tempo era finito ancora prima della sentenza di primo grado. Queste in sintesi le motivazioni della con cui la Corte di Cassazione ha annullato lo scorso 19 novembre, le pene del processo Eternit, per il reato di disastro a Casale Monferrato.
Secondo la Corte tra l’inizio dell’inchiesta, il 1993, in cui vennero scoperti i danni dell’amianto e il rinvio a giudizio, 2003 è passato un tempo tale da giustificare la prescrizione. Infatti, scrivono dalla Cassazione, la sentenza di primo grado è arrivata il 13 febbraio 2012, quindi sono passati oltre i 15 anni previsti per «la maturazione della prescrizione in base alla legge 251 del 2005».
Anche l’imputazione, sempre secondo la Cassazione, era sbagliata: l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny doveva essere accusato di lesioni e omicidi e non di disastro ambientale doloso.