Prima udienza del processo che vede imputato l’ex portavoce della sindaca Chiara Appendino, Luca Pasquaretta, accusato di presunta estorsione ai danni di Appendino e della viceministro Laura Castelli. La vicenda, risalente al 2018, rientra in un’inchiesta più vasta che annovera sei imputati.
Secondo l’accusa del pm Gianfranco Colace, dopo la cessazione del suo rapporto di collaborazione con la sindaca, Pasquaretta avrebbe esercitato pressioni per ottenere nuovi incarichi. L’ex portavoce però respinge l’addebito e Appendino e Castelli non si sono costituite parte civile. Il tribunale ha respinto una eccezione degli avvocati sulla utilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche e non ha accolto la proposta presentata dalla difesa di uno degli imputati, Giuseppe Musacchio, all’epoca commissario straordinario del Consorzio di Bonifica della Basilicata, di trasferire a Roma o a Matera la parte del processo che lo riguarda. La causa è stata aggiornata a settembre.
Musacchio è stato chiamato a rispondere di corruzione. Secondo il Pm procurò a Pasquaretta l’incarico di responsabile dell’ufficio comunicazione del Consorzio. In cambio, l’ex portavoce della sindaca di Torino avrebbe messo a disposizione le sue “relazioni politiche consolidate” per organizzare incontri utili alle sue esigenze.
Il tribunale, nel confermare Torino come sede del processo, ha preso atto che a Roma nel gennaio del 2019 ci fu un incontro tra Musacchio e un sottosegretario di governo. Ha però osservato che, in base a quanto risulta dalle indagini, nello stesso periodo Pasquaretta telefonò ad Appendino perché incontrasse un amico del commissario del Consorzio per una questione sorta intorno alla mostra su Leonardo in corso alla Reggia di Venaria.