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sabato, 27 Luglio 2024

Emanuela Orlandi, non è Meneguzzi nell’identikit.  Accetti: “Quell’uomo davanti al Senato sono io, ma nessuno mi convoca”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

L’identikit pubblicato sulla pagina del gruppo fb “Giornalismo investigativo” curato dal giornalista Fabrizio Peronaci, mette seriamente in dubbio l’abbinamento proposto dal Tg di Enrico Mentana che vedrebbe nello zio di Emanuela Mario Meneguzzi, all’epoca già cinquantenne, l’uomo visto dal vigile Sambuco interloquire con Emanuela Orlandi nei pressi del Senato poco prima  poco prima del suo sequestro. Ad escludere che Meneguzzi avesse qualcosa a che fare con la sparizione della nipote vi è ora la dichiarazione di un investigatore che operò sul caso Orlandi dalla prima ora e che attenzionò il Meneguzzi subito dopo il sequestro Orlandi. In un’intervista (articolo del Corriere del 14 luglio, a firma Fulvio Fiano), il funzionario di polizia fa un quadro quanto mai chiaro sul ruolo dello zio, che esclude fermamente che questi possa essere connesso sia la sparizione della nipote,  affermando come il suo “attivismo” fosse legato ai suoi tanti contatti (come gestore del bar della Camera) e alla sua volontà di aiutare la famiglia. Il poliziotto, entrando nel merito delle motivazioni che animarono il sequestro, ha precisato: “Non vi è una pista certa, anche se il coinvolgimento di Agca ci è subito parso una bufala per confondere le acque”. Insomma vi sarebbe una sovrapposizione tra il caso di pedofilia interna al Vaticano, con l’inserimento di vari soggetti esterni , anche in termini strumentali (Stasi) . Vedi la Magliana per riavere dei fondi consegnati a quello Ior di Marcinkus impegnato nel finanziare il sindacato Solidarnosc.  

Insomma la vicenda Meneguzzi , per quanto con i suoi lati poco chiari, non avrebbe niente a che fare con l’apertura di una presunta pista familiare che giustamente ha fatto imbufalire Pietro Orlandi.

Aggiungiamo infine come anche Marco Fassoni Accetti, (l’ex fotografo che si è autoaccusato di aver preso parte alla sparizione di Emanuela Orlandi) in un suo commento sulla pagina fb di giornalismo investigativo, abbia affermato che quell’immagine del 1982, con il viso allungato e una leggera stempiatura, di un uomo  con un auto verde metallizzata, potrebbe corrispondere alla sua. Precisando che l’identikit, mezzo ovviamente approssimativo, per quanto indicativo,sia stato realizzata tre anni dopo e che anche la testimonianza è stata effettuata da persone non proprio vicine al soggetto descritto.  L’ex fotografo indagato per il Caso Orlandi ricorda di aver chiesto più volte un confronto, mai concesso, con il funzionario di polizia che fu testimone di quanto accadde quel quel giorno davanti al Senato.

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