Potrebbe uccidere ancora. Il tribunale del Riesame non ha dubbi: Michele Buoninconti, il marito e presunto assassino di Elena Ceste deve restare in carcere perchè «sussiste un concreto ed elevato pericolo che l’indagato qualora in libertà possa commettere ulteriori reati della stessa specie».
Queste le motivazioni presentate dai giudici. I quali vista «una aggressione di violenza inaudita contro una donna indifesa» sarebbe pericoloso. Un’azione impulsiva e non premeditata visto che non sono state usate armi o veleno per compiere l’assassinio aggiungono i giudici i quali escludono quindi la premeditazione come aggravante. «Quella di Buoninconti è stata un’azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un’ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza di cui non v’è traccia».