di Moreno D’Angelo
Per il prestigioso marchio De Tomaso, fallito nel 2012, sono finalmente arrivate due proposte finanziarie concrete da Hong Kong e dalla Svizzera, con soldi alla mano. Offerte al vaglio del giudice del Tribunale fallimentare che si pronuncerà entro dieci giorni.
Questo dopo anni tra tensioni, Tribunali e disagi che persistono tra i lavoratori in mobilità.
Una offerta di 300mila euro arriva da un fondo cinese, per la precisione di Honk Kong, Ideal Team Venture Limited, sede legale nelle Isole Vergini.
L’altra di 400mila euro è frutto di una cordata svizzero-lussemburghese, L3 Holding Sa, con sede a Chiasso.
Da quanto emerge l’offerta svizzera risulta più completa, impegnandosi e dettagliando sugli sviluppi aziendali, pianificando il graduale ritorno a pieno regime con 360 dipendenti nel 2022 e impegnandosi a riattivare le linee nel 2017. La gara quindi parte da una quota di 400mila euro ma il consistente rilancio del fondo asiatico fino a 510mila euro ha spiazzato la cordata svizzero lussemburghese che si è ritirita. Ora la parola è al giudice.
Intanto cresce la tensione la preoccupazione tra i lavoratori della De Tomaso, che stanno tenendo presidi al Tribunale. I sindacati hanno timore che si tratti di una manovra che punti ad acquisire il prestigioso marchio senza alcuna garanzia e sviluppo in termini occupazionali. Un’ipotesi, quella cinese, definita “inadeguata” per il concreto rischio che i lavoratori da cassaintegrati diventino disoccupati. Certamente i sindacati avrebbero visto meglio l’offerta svizzera, in grado di fornire alcuni dettagliati impegni sul piano produttivo e occupazionale, ma in queste contese contano i soldi. I lavoratori si appellano a Regione e Governo e scenderanno in piazza il 13 marzo per sottolineare la priorità della ricollocazione dei lavoratori.
Sergio Chiamparino ha espresso positività per queste manifestazioni di interesse perchè possono assicurare il futuro produttivo dello storico marchio torinese.