La crisi continua a colpire. E uno dei settori che più ne risente in Piemonte è certamente l’edilizia. Quarantamila i posti di lavoro persi e diverse migliaia le aziende che sono state costrette a chiudere.
Si parla di “profondo rosso” e a denunciare la situazione è la Fillea, il sindacato di settore della Cgil.
«Nel solo 2013 i posti persi sono stati oltre 4mila – dice Lucio Reggiori, segretario generale Fillea-Cgil Piemonte – e le previsioni per il 2014 dicono che vi sarà un ulteriore calo. Se non riparte il settore – sostiene – sarà ancora più difficile uscire da questa crisi».
Numeri importanti e allarmanti che però sono passati sotto traccia: «Per avere visibilità – prosegue – i lavoratori sono saliti su ciminiere e gru a decine di metri di altezza, anche in condizioni avverse, mettendosi in situazioni di rischio, perché altrimenti sarebbero stati ignorati o non considerati».
Tra le cause della crisi, secondo il segretario regionale della Fillea Cgil, ci sono la mancata realizzazione delle grandi opere: «Basti pensare – dice – al Piano Città di Torino e Settimo Torinese, al Traforo del Col di Tenda, alla Pedemontana di Biella, alle opere di manutenzione di strade e autostrade».
«Occorre mettere in campo progetti per gli alloggi popolari con le ristrutturazioni del patrimonio esistente e il recupero di aree e alloggi oggi dismessi, al rigenerazione dei centri urbani e dei centri storici, favorendo ristrutturazioni e aggiornamenti, favorire con opportune politiche la messa in sicurezza delle abitazioni, le opere per il risparmio energetico e la coibentazione. Solo con queste misure – sostiene la Fillea Cgil – il settore si riprenderebbe senza ulteriore consumo di suolo».
Ma per Reggiori non è l’unica soluzione: «Il riutilizzo dei siti produttivi dismessi, ma sempre ai fini produttivi, o la bonifica, un altro dei campi d’intervento per i prossimi dieci anni o forse di pi—, vista la natura delle bonifiche e il numero dei siti da bonificare».
In merito al contratto di lavoro nazionale, che Ance e cooperative non vogliono rinnovare: «Questo è inaccettabile – conclude la Fillea Cgil – Dopo lo sciopero e la manifestazione di Milano, il 2014 inizierà con la continuazione dello stato di agitazione e le ulteriori iniziative per garantire il diritto al contratto e al mantenimento dei diritti dei lavoratori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA