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sabato, 27 Luglio 2024

Dopo 400 anni, i Rosacroce si “svelano” a Torino. Intervista al Gran Maestro

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

1614- 2014 sono passati 400 anni da quando l’ordine mistico dei Rosacroce stupì il mondo con i “misteriosi” manifesti che apparsero a Kassel in Germania e poi a Parigi. Ora con la presentazione di un libro ““i Rosa Croce tolgono il velo””, l’antico ordine si apre all’incontro con le persone interessate. L’appuntamento è per il 31 gennaio a Torino in via Accademia  delle Scienze alle ore 20.30. L’iniziativa ha il patrocinio della Liberia Fenice.
L’appello dei rosacrociani è rivolto a persone di buona volontà per lavorare per la  riconciliazione dell’umanità con se stessa, con la natura e con il Divino. Nei loro ultimi  documenti si fa anche riferimento ad un nuovo umanesimo ed all’ecologia. L’ordine ha  una grande attenzione al tema della conoscenza insomma della gnosi. La croce, loro  riferimento simbolico, non è presente come simbolo cristiano ma come espressione del corpo fisico dell’uomo, mentre la rosa è l’anima in evoluzione. I rosacrociani si riconoscono come A.M.O.R.C. (Antico Mistico Ordine della Rosa e della Croce), organizzazione  filosofica iniziatica. Indicativa una frase di Einstein da loro riportata: “il caso è il sentiero con cui Dio si serve quando vuole restare anonimo”.
Abbiamo chiesto al Gran Maestro Claudio Mazzucco il senso di questa operazione e il significato di una organizzazione iniziatica nel mondo globalizzato del 2014.
A cosa punta questo “svelamento,” questo rendersi pubblici?
Lo svelamento al quale tutti pensano ascoltando questa parola in realtà non svelerà nulla di essenziale. Questo perché non esiste un segreto custodito gelosamente, che veli chissà quali misteri e che noi dovremo mantenere occulto alle persone: certamente è un’idea molto affascinante, ma totalmente priva di significato. Piuttosto il vero velo a cui noi ci riferiamo, in quanto Ordine Tradizionale, è un Velo metafisico che ricopre la vera natura dell’Uomo, e questo Velo può essere sollevato solo da ognuno di noi, attraverso un lavoro individuale.
Il libro pubblicato recentemente si riferisce invece al sollevamento del velo sulla storia e la Tradizione dell’’Ordine, mostrando in cosa consiste il percorso Rosacrociano, e questo certamente non è un segreto, come generalmente si intende.
Quali sono i veri obiettivi, aldilà degli storici principi enunciati nei documenti, dell’Ordine?
L’’obiettivo è quello di tramandare una serie di strumenti, pervenuteci dal passato, che hanno come scopo quello di permettere all’uomo di tracciare il proprio percorso verso la Conoscenza di Sé, unico vero obbiettivo di qualsiasi percorso filosofico-spirituale di carattere Tradizionale. Insisto sul termine “Tradizionale” perché è importante far sapere che non siamo frutto della New Age o della creatività di qualche “maestro illuminato”. Siamo piuttosto la versione “moderna” di una corrente di pensiero molto antica e che risale alle antiche Scuole dei Misteri dell’Antico Egitto.
Su internet circolano molte accuse ai Rosacroce, come avviene per tutti gli Ordini mistici e un po’ misteriosi. Come intendete replicare?
L’’ultima cosa che ci interessa è replicare. Sappiamo che ci sono persone che costruiscono il proprio benessere economico con la pubblicazione e la vendita di articoli e libri che lanciano ombre sulle attività degli Ordini Iniziatici. Essi fanno leva sulla scarsa conoscenza che esiste, nel mondo occidentale, delle Tradizioni spirituali non religiose. Spesso le persone sono molto informate sulle Tradizioni spirituali dell’Oriente, ma non sanno assolutamente nulla della nobile e profonda Tradizione spirituale che gli Ordini Iniziatici autentici hanno tramandato attraverso i secoli, in Europa e nel nuovo Mondo. Quello che noi facciamo invece, è porci al di sopra di ogni sospetto tutelando l’’Ordine e i suoi membri attraverso gli strumenti che lo Stato mette a nostra disposizione. L’’AMORC, che io rappresento, ha ottenuto la Personalità Giuridica ed è pertanto in una condizione di totale trasparenza per quanto riguarda le proprie attività.
Resta un lato molto interessante, il discorso della interconfessionalità del dialogo e confronto spirituale.
L’’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce (AMORC) non è una religione. Non tramanda dogmi di fede né verità rivelate, ma un metodo. Al suo interno ci sono persone appartenenti a varie fedi religiose, perché il suo insegnamento porta ad una conciliazione tra le cose che sembrano in contrasto. Spesso i nostri membri, dopo alcuni anni di affiliazione, si riavvicinano alla propria religione con una visone più serena e profonda, comprendono meglio i testi sacri e affrontano con più tolleranza le differenze tra i vari punti di vista.
Cosa pensate del Papa e quali sono i vostri approcci con le altre religioni?
Vediamo che la chiesa cattolica ha intrapreso un cammino di rinnovamento con Papa Bergoglio. Senz’’altro una cosa molto positiva. Le religioni svolgono un ruolo essenziale nell’educazione delle persone, anche se abbiamo visto esempi poco edificanti in tutti i settori. Credo personalmente che l’esperienza dell’America Latina, che questo Papa conosce bene, farà un grande servizio alla chiesa di Roma. Per quanto riguarda le confessioni delle religioni riformate, devo dire che sono spesso molto più aperte e tolleranti nei confronti degli Ordini Tradizionali. Io stesso ho conosciuto membri dell’’AMORC che insegnavano nella scuola dominicale di una chiesa metodista.
Cosa viene chiesto a un Rosacrociano e cosa lo caratterizza?
Ai membri dell’’Ordine viene chiesto, subito all’inizio del loro percorso, di essere un “punto interrogativo vivente”. Questo significa che un Rosacrociano è incentivato a far uso della propria ragione, a riflettere sulle idee proposte dall’’insegnamento e a non accettarlo in maniera acritica. Non vogliamo che i membri facciano un atto di fede, ma che utilizzino le proprie capacità intellettive e spirituali per definire ciò che per loro è la Verità, in ogni momento del percorso. Se così non fosse l’Ordine diventerebbe un’altra religione, con elementi dogmatici, e non adempirebbe dunque la sua funzione nel mondo. Il Rosacrociano tende a diventare una persona più conciliante e serena. Attraverso un processo di espansione della Coscienza, tende a vedere la realtà con occhinuovi e da un nuovo punto di vista. Parafrasando Spinoza, tende a vedere la Realtà sotto l’’ottica dell’’eternità, e questo risulta in una persona più preparata a comprendere le dinamiche della vita, i suoi aspetti più sottili, le coincidenze e le difficoltà che essa spesso riserva. Un Rosacrociano sviluppa un senso d’amore verso l’umanità e verso l’intera creazione trasformandosi in un umanista spiritualizzato. Per questo oggi, come in passato, il nostro invito rimane valido.

Moreno D’Angelo

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