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sabato, 27 Luglio 2024

Dibattito NuovaSocietà. Come sta la cultura a Torino? Sembra non così bene…

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

È stato vivace ed esuberante il dibattito promosso ieri sera da NuovaSocietà al Centro Sereno Regis sullo stato di salute della cultura a Torino. L’incontro, intitolato “Come sta la cultura a Torino?”, ha visto la partecipazione di Luca Cassiani, presidente della commissione Cultura del Comune, di Luca Beatrice, presidente del Circolo dei lettori, e di Gabriele Ferraris, giornalista e blogger. Simone Rubino, giornalista di NuovaSocietà, ha introdotto e provocato il dibattito, nella misura in cui si è scelto di affrontare l’intricata ed estesa questione della cultura sotto la Mole assumendo l’interrogativo, senza troppi peli sulla lingua, come metodo di costruzione di un ragionamento schietto e aperto.
Gli spunti degli interventi degli ospiti di NuovaSocietà hanno delineato una parziale mappa della situazione della cultura a Torino, alludendo a tutta una molteplicità di mancanze e arretratezze che, all’oggi, caratterizzano il mondo artistico e culturale. Per Luca Cassiani la cultura a Torino non sta benissimo, laddove, secondo il consigliere del Partito Democratico, manca oggettivamente una visione di insieme nel trapasso da città fabbrica a polo culturale. Per Luca Beatrice la bisettrice sulla quale bisognerebbe investire, per scansare gli orpelli novecenteschi di un certo modo di intendere il bacino dell’arte, è quella della formazione delle giovani generazioni, fornendo loro un’offerta formativa e culturale immediatamente dopo la scuola. Per Gabriele Ferraris la problematica deve esser cercata a monte, nell’insufficienza strutturale del sistema educativo, nell’individuazione di quel che oggi è cultura, così come nella revisione di quell’esegesi culturale propinata da una maldestra classe dirigente nel far i conti con la modernità e la storia.
Checché ne dica il sindaco di Torino, Piero Fassino, quel che è emerso nella discussione al Centro Sereno Regis è in evidente disaccordo con la buona novella che dipinge la città come una “capitale europea della cultura”. Cassiani, Beatrice e Ferraris hanno trovato un punto di accordo quando, a più voci, hanno condotto la discussione attorno al nodo relativo alla mancanza di un piano strategico che collochi la cultura come realtà fondata della Torino che viene e non come brand pubblicitario di riempimento nello scompenso del sistemico down economico e finanziario. Qualche d’uno, dai banchi della politica torinese, in questi ultimi mesi, in piazza Palazzo di Città come in piazza Castello, si è spinto a pronosticare un’uscita dalla crisi di Torino attraverso l’ausilio della carovana della cultura: un’ipotesi che, dal dibattito di ieri sera, è stata definita da tutti coloro che son intervenuti come irreale e poco probabile. Quindi, come sta la cultura a Torino? Sembra non così bene…
@simonerubino0

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