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sabato, 27 Luglio 2024

Da Torino 61 a Torino 2021, strutture abbandonate all’incuria e proposte colorate per Corso Unità d’Italia

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Siamo in corso Unità d’Italia. La porta sud di Torino a due passi dal Scuola di amministrazione aziendale, preceduto dal Museo dell’Automobile e dalla magia dell’avveniristica monorotaia che per due anni ha fatto viaggiare una littorina a conduzione elettrica sul laghetto in occasione di Torino 61. Qui domina un’evocativa stella a cinque punte roteante, tipo “questa è la città del diavolo e non si scherza”. 

Ebbene in Corso Unità vi è una struttura, un basso fabbricato, ampio e funzionale all’altezza del Palazzo del Lavoro, che era stato destinato ad una associazione di volontariato durante le Olimpiadi Invernali 2006. Purtroppo questo stabile non solo da tempo risulta abbandonato all’incuria, ma, è anche preda di “ospiti” che ora dormono anche all’aperto sotto le sue tettoie.

Come si spiega questo abbandono per una struttura moderna, in una zona ad ampia visibilità e di passaggio, sia di auto ma soprattutto di sportivi e tante persone che fanno running o camminano sulle bellissime rive del Po? 

Poco serve invocare la security o misure di forza contro il degrado. Di fatto sarebbe bastato rendere agibile la struttura alle associazioni per proteggere e difendere questi spazi, assicurando un minimo di controllo.

Proprio in questa zona, che costituisce un autentico polmone green che costeggia il Po, era stato proposto un interessante progetto di ripristino dell’antica ovovia e di altre significative idee per rivalutare concretamentel’offerta turistica torinese.  

Il rilancio dell’ovovia (idea non nuova ma sempre accantonata), consentirebbe di recupere un pezzo di memoria della storia recente della città, riprendendo quel sistema di trasporto che, in occasione dell’Esposizione Internazionale del Lavoro, (rimasta nell’immaginario collettivo come “Italia 61”), rese il capoluogo piemontese città futuristica, capitale per innovazione e design, visitata durante l’expo da ben 4 milioni di persone che certo non si persero la possibilità di viaggiare con 100 lire nel cielo di Torino. Questo grazie agli “ovetti” (piccole cabinovie), che la sorvolavano dal quartiere Nizza Millefonti al superbo colle di Cavoretto. Una grande attrazione turistica del 1961, che fu incredibilmente lasciata dopo due anni al completo abbandono.

Questo mentre servirebbero iniziative che recuperino aspetti dell’innovativo e invidiato passato cittadino. Idee importanti per rivalutare un’area (che costeggia il Po fino al Parco delle Vallere) che ospita un patrimonio naturale di rara varietà e bellezza che, già da solo, meriterebbe visite con esperti di botanica e di leggende e curiosità annesse.   

Tornando allo stabile abbandonato, è difficile parlare di sviluppo urbano se si lasciano nell’incuria e nel degrado locali appositamente costruiti e mirati per le associazioni di volontariato. Associazioni che spesso denunciano difficoltà a trovare spazi per le loro attività.  Si pensi cosa potrebbe rappresentare questa struttura come possibile punto di promozione artistica, diventando una sorta di “colorato biglietto da visita” della città, a due passi da dove ha luogo Paratissima e Artissima.

Non si può tacere di fronte a spazi già predisposti e riconosciuti per arte, cultura, associazionismo che risultano abbandonati all’incuria.

Non pensiamo siano necessari interventi speciali per riprendere il controllo e rimettere la mano pubblica  sul proprio patrimonio. Questo per rispetto delle associazioni e dei beni che appartengono alla Città e alla sua comunità, tanto più nell’ottica di una rivalutazione della proposta turistico culturale, spesso elencata tra i punti programmatici del mondo politico, anche se al momento non si sono visti particolari interventi, per le decantate “periferie da rilanciare”.

Altra idea che potrebbe migliorare e colorare il “biglietto da visita” rappresentato da Torino sud, potrebbe essere quella di far ospitare nelle rotonde stradali, sui frequentati corso Trieste e corso Unità d’Italia e non solo, delle opere ed installazioni artistiche. Un sistema che sposerebbe la voglia di farsi conoscere di tanti artisti, migliorando l’estetica di spazi ad alta visibilità. Cosa che già è prassi ordinaria in diversi Comuni della Romagna e di altre Regioni.

In conclusione ricordando come non siano pochi gli spazi e gli stabili abbandonati e lasciati al degrado in Città, si ritiene particolarmente utile una loro mappatura ed un serio intervento di segnalazione da parte delle Circoscrizioni.

Dalle critiche generiche si potrebbe passare a un piano di rilancio che prende spunto da Torino 61 per la Torino 2021.

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